Seguimi su Libero Mobile

domenica 31 gennaio 2010

Pretzel buns bavaresi (panini al sapore dei bretzeln)


Mi sono divertita da matti, a fare questi stamattina! Sono appena appena un poco più laboriosi dei panini cotti semplicemente in forno, perchè devono essere bolliti prima, ma alla fine valgono l'impazzimento perchè sono buonissimi!

Servono:
  • 285 gr di acqua tiepida
  • 2 cucchiai di latte
  • 1 bustina di lievito di birra secco
  • 70 gr di zucchero di canna
  • 30 gr di burro fuso
  • 675 gr di farina bianca
  • sale grosso
  • 2 litri di acqua
  • 130 gr di bicarbonato di sodio

Io ho fatto l'impasto nella macchina del pane, ma si può naturalmente procedere con il metodo preferito (impastatrice, robot, bimby, a manina...).
Ho messo nel contenitore della mdp, nell'ordine, l'acqua, il latte, lo zucchero, il burro, la farina e il lievito e ho avviato il programma normale.
Appena ha finito di impastare (dopo una ventina di minuti, più o meno, quando la macchina si ferma per la prima lievitazione) e si è formata una palla liscia e uniforme, ho tolto l'impasto dalla macchina, l'ho lavorato brevemente sulla spianatoia leggermente infarinata e e poi l'ho diviso in due e poi ogni pezzo ancora in due e così via fino ad avere 16 panetti più o meno tutti uguali.
Li ho messi su una teglia, li ho coperti con la pellicola da cucina e poi con uno straccio bagnato in acqua calda e strizzato: ho lasciato riposare per 10 minuti.
Trascorso questo tipo li ho ripresi e ho formato i pretzel (è facilissimo: basta fare un salsicciotto e poi ripiegare le punte verso l'interno, sovrapponendole leggermente), ma volendo si possono fare anche dei panini tondi o ovali.
Li ho rimessi su due teglie, ben distanziati tra di loro perchè lievitano, li ho coperti di pellicola da cucina e li ho lasciati riposare una mezz'ora.
Nel frattempo ho acceso il forno a 220° , ho ricoperto di carta forno due teglie e messo al fuoco una pentola con due litri d'acqua.
Quando ha iniziato a bollire, ho unito il bicarbonato (facendo molta attenzione perchè il bicarbonato... beh, lo sapete che effetto fa, no? ;-D ) e l'ho mantenuta a bollore.
In questo bagno, vanno immersi i pretzel uno alla volta, 15 secondi da un lato e 15 dall'altro, poi si scolano con il ragno e si appoggiano sulle teglie precedentemente preparate: spolverizzare leggermente col sale grosso, che rimarrà aderente alla superficie bagnata.
Appena tutti i pretzel saranno bolliti (ci vuol più a descriverlo che a farlo) infornarli per una ventina di minuti nel ripiano superiore e medio del forno: dopo una decina di minuti, invertire le teglie per avere una cottura e una doratura uniforme.
Una volta cotti, lasciarli riposare qualche minuto sulle teglie, poi farli raffreddare su dei cesti di paglia.
Si servono a temperatura ambiente: nella zona di Stoccarda, li servono tagliati a metà con dentro una dose abbondante di burro morbido.

Il commento della copiona: buoni e soprattutto divertentissimi da fare!

Paczki tentativi (krapfen polacchi)


Intanto, la pronuncia: si scrivono paczki e si leggono ponch-ki (più o meno...). Sono una specie di krapfen, le cui particolarità consistono in un impasto ricchissimo, nel ripieno di marmellata di rose e nella sottile glassatura che li ricopre, arricchita da scorze d'arancia candite.
I più famosi sono quelli della pasticceria Blikle di Varsavia: quelli della foto, sono stati portati dalla zia polacca per Natale e ce ne siamo mangiati una scatola. Buonissimi!
I miei sono un tentativo, perchè ho usato un impasto molto più leggero delle versioni ricche di panna che si trovano in giro e soprattutto perchè ho dovuto saldarli con i rebbi della forchetta, visto che i primi mi si sono aperti in cottura: quindi, alla fine, hanno più l'aspetto dei panzerotti che dei paczki... però il sapore era uguale uguale, grazie alla marmellata di rose. Niente scorza candita, perchè non ce l'avevo.
Il giorno dopo sono ancora più buoni, perchè i sapori maturano!

Servono:
  • 400 gr di farina
  • 80 gr di zucchero
  • 60 gr di burro
  • 130 gr di latte
  • 2 uova
  • 5 gr di lievito di birra fresco
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • marmellata di rose
  • olio di arachidi per friggere
  • zucchero a velo
  • succo di limone

Si comincia facendo un lievitino con il latte caldo, il lievito e 50 gr di farina, prelevati dal peso complessivo. Si lascia riposare mezz'ora.
Si aggiungono poi le uova, il burro morbido, lo zucchero e il resto della farina e si lavora bene il tutto, col metodo preferito (io ho usato il bimby), poi si lascia lievitare per un'ora o fino al raddoppio.
Trascorso questo tempo, si stende la pasta delicatamente con il mattarello e se ne ricava un numero pari di dischetti, tagliandoli con un coppapasta. Su metà dei dischetti si mette un cucchiaino di marmellata di rose, poi si copre con un altro dischetto, saldando bene i bordi: questo è il passaggio che a me non ha funzionato e, dovendo rifarli, credo sia meglio rotolarli tra le mani, una volta ricoperti col secondo dischetto, in modo da chiuderli bene.
Si lasciano ancora lievitare per un'oretta e poi si friggono in olio profondo.
Una volta scolati si glassano spennellandoli con lo zucchero a velo mescolato al succo di limone e diluito con poche gocce d'acqua: la glassa deve essere liquida, colante e trasparente.

Il commento della copiona: questi sono dolci pieni di ricordi, soprattutto per mio marito... ma anche a me ricordano una bellissima vacanza in Polonia (l'ultima in cui eravamo tutti e quattro, poi gli uccellini hanno lasciato il nido ;-D ).
Se la marmellata di rose non è disponibile, si può sostituire con un'altra, acidula e molto soda.

Castagnole all'amarena


Questa è una ricetta che viene da un opuscolo della Pandegliangeli, modificata nelle dosi e negli ingredienti.

Servono:
  • 300 g di farina
  • 70 gr di fecola di patate
  • 80 gr di zucchero
  • 40 gr di burro morbido
  • 3 uova
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 bustina di lievito in polvere per dolci
  • amarene sciroppate
  • olio di semi di arachide per friggere
  • zucchero a velo

In una zuppierina, impastare velocemente la farina, la fecola, lo zucchero, il burro, le uova, la vaniglia e il lievito fino ad ottenere un composto liscio.
Infarinare il piano di lavoro e ricavare dall'impasto dei salsicciotti, grossi all'incirca quanto un pollice (vabbè, lo so, che c'è pollice e pollice... ma insomma, dai.. ci siamo capiti :-D ).
Tagliare a pezzetti i detti salsicciotti, schiacciare ogni pezzetto tra le mani, mettere al centro un'amarena sciroppata, richiuderlo e lavorarlo tra le mani in modo da formare un pallina ben chiusa.
Mettere al fuoco un tegame alto con abbondante olio e friggere le palline poche alla volta.
In cottura si apriranno un po', gonfiandosi.
Scolarle, farle raffreddare e spolverizzarle di zucchero a velo prima di servirle.

Il commento della copiona: asciuttissime e croccantine e l'acidulo dell'amarena è una piacevole sorpresa per il palato!

sabato 30 gennaio 2010

Minestra di fagioli di Saluggia e briciole di pasta all'uovo


L'altro giorno spiegavo a qualcuno come fare la copertura della crostata sbriciolata e questo qualcuno ha commentato: "ah, come fa mia mamma per fare la pasta e fagioli!"... mai sentita prima questa cosa... così mi son fatta raccontare e oggi ho messo in tavola una deliziosa minestra, velocissima da fare se i fagioli sono già pronti.
I fagioli di Saluggia li avrò comprati durante qualche viaggio di lavoro: se ho tempo, mi piace fare un salto nei piccoli supermercati locali, a volte anche nelle botteghe e portarmi a casa qualche prodotto.
Per lessare i legumi in genere, io uso la slowcooker o crockpot, che è imbattibile per questo genere di cottura: in questo caso, oltre ai fagioli secchi, avevo messo in pentola anche un battuto di cipolla, sedano e carota e un pezzo di carrè di maiale affumicato, regalo della zia di Varsavia. Sale e abbondante acqua e poi ho cotto lentissimamente per 8 ore.

Per la minestra ho usato:
  • fagioli di Saluggia lessi con il loro brodo
  • guanciale di maiale
  • rosmarino
  • 4 uova
  • farina mista (integrale, di semola rimacinata e bianca 00) q.b.
  • olio extravergine di oliva

Si fa soffriggere il guanciale tagliato a dadini in un paio di cucchiai d'olio insieme al rosmarino, poi vi si versano dentro i fagioli con il loro brodo e si portano a bollore.
Nel frattempo, si sbattono le uova con la forchetta e poi si cominciano ad aggiungere le farine, lavorando con la punta delle dita, in modo che si formino dei grossi bricioloni.
Quando il brodo sarà a bollore leggero, buttare le briciole e cuocere qualche minuto.
Servire con olio extravergine di oliva crudo e, volendo, parmigiano grattugiato.

Il commento della copiona: si possono usare altri tipi di fagioli, anche precotti, magari soffriggendo insieme al guanciale anche un trito di odori. Il brodo, in questo caso, può essere vegetale (anche di dado, se non vi fa schifo :-D ).
Egualmente, le farine possono essere di tipi diversi o anche di un tipo solo: io avevo tanti sacchettini aperti e li ho voluti utilizzare per questa minestra, facendo di necessità virtù :-)
I bricioloni fatti così, secondo me, potrebbero essere usati anche per minestre o passati di verdura, oppure cotti in brodo o addirittura lessati, scolati e conditi come una normale pasta asciutta.
Il principio, in fondo, è quello dei grattini, quella minestra di uovo e farina che si fa impastando insieme questi due ingredienti fino ad ottenere un panetto durissimo e asciutto che poi viene grattugiato con una normale grattugia da formaggio e le briciole così ottenute cotte in brodo.

domenica 24 gennaio 2010

Radicchi coi bruciatini


Questo è uno di quei piatti romagnoli che per me, da soli, valgono un pasto.

Servono:
  • radicchi freschi oppure erbe di campo da fare in insalata
  • pancetta o guanciale a dadini, né troppo grassi né troppo magri
  • aceto

Si lavano bene i radicchietti, si asciugano nella centrifuga o delicatamente in uno strofinaccio da cucina, poi si mettono in una pirofila (o altro contenitore analogo) largo e basso.
Si taglia a dadini la pancetta o il guanciale e si mette in una padella antiaderente, senza nessun altro condimento e si fa soffriggere a fuoco alto, in modo che il grasso si sciolga e i pezzettini magri diventino croccanti.
Alla fine, bagnare con aceto e farlo restringere a fuoco alto, poi versare il condimento sui radicchietti preparati e servire subito.

Il commento della copiona: non farsi tentare dal fare questo piattino con insalate "dolci" o blande. Ci vogliono verdure freschissime, croccanti, dalla personalità decisa e dal sapore amarognolo, che equilibra perfettamente il grasso del condimento ed esalta il profumo dell'aceto.

Passatelli in brodo


Un meraviglioso comfort food per una fredda sera d'inverno: ci vogliono un brodo buonissimo e l'apposito attrezzo e poi preparatevi a un'esperienza indimenticabile :-)

Servono:
  • 200 gr di parmigiano grattugiato fresco
  • 200 gr di pangrattato
  • 4 uova
  • una manciatina di farina
  • una grattatina di scorza di limone
  • noce moscata
  • sale

Sbattere le uova con la forchetta, salandole leggermente e insaporendole con la scorza di limone e la noce moscata. Unire il parmigiano e il pangrattato e impastare il tutto, unendo anche una piccola manciata di farina (a dire il vero non ci vorrebbe, ma io sono scaramantica e ce la metto... non si sa mai...).
Mettere a scaldare il brodo e quando accenna a bollire prendere l'impasto, metterlo a pezzetti nell'attrezzino e schiacciarlo dentro il brodo, continuando fino a esaurimento.
Far cuocere cinque minuti, poi servire.

Il commento della copiona: il pangrattato da usare deve essere privo di grassi e di sale, quindi, se non si è sicuri di cosa contenga quello comprato già pronto, meglio farselo in casa, facendo seccare del pane toscano, che poi verrà grattugiato e passato al setaccio.
Il vero ferro dei passatelli va usato con la spianatoia, sulla quale si appoggia l'impasto che viene poi schiacciato con questo attrezzo. Io ho quella di mia nonna, ma è sepolto da qualche parte in cantina e uso più semplicemente uno schiacciapatate con un disco a fori grandi.

Pasticcio di porri e pane (Leek Strata)


La parola pasticcio non mi piace molto, soprattutto in cucina: l'originale "strata" (plurale di stratum) mi piace molto di più e, soprattutto, racconta meglio di qualsiasi descrizione com'è composto uno strata: fette di pane, alternate a verdure e formaggi, bagnate in una crema di uova e latte e cotto in forno.
Le mie amiche americane propongono questi piatti per la prima colazione... io ho pensato che fosse meglio portarlo in tavola per cena come piatto unico :-)

Ho usato:
  • 1 kg di porri
  • pane toscano raffermo
  • circa 200 gr di formaggio asiago
  • 100 gr di parmigiano grattugiato
  • 6 uova
  • latte
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe

Affettare i porri mondati e ben lavati e stufarli in padella con poco olio, sale e pepe.
Ungere una pirofila che possa andare in tavola e foderarne il fondo con il pane affettato.
Versarvi sopra i porri stufati e, sopra questi, disporre l'asiago a pezzetti e spolverizzare il tutto di parmigiano grattugiato.
In una zuppierina, sbattere con la forchetta le uova con un po' di latte, sale e pepe: la quantità del latte è spannometrica!
Versare il composto di uova e latte, cercando di distribuirlo in modo uniforme sui formaggi.
A questo punto, bisognerebbe lasciar riposare il tutto al fresco, per tutta la notte (e questo rende gli strata piatti molto comodi da preparare in anticipo!), ma si può anche infornare subito.
Cuocere in forno a 180° per una mezz'ora, fino a quando si presenterà dorato e gonfio.
Farlo intiepidire un po' prima di servire: il gusto ci guadagna!

Il commento della copiona: gli strata sono furbissimi per riutilizzare il pane avanzato. Al posto dei porri, a volte ho usato cipolle, zucca, spinaci, funghi... da soli o combinati tra di loro. Si può anche usare prosciutto o salumi avanzati, al posto delle verdure.
E naturalmente il formaggio può cambiare: qui ho usato asiago perchè quello c'era, ma nulla vieta di mettercene altri, a proprio gusto e secondo disponibilità. L'unica cosa che io faccio è mettere il parmigiano SOTTO le uova, perchè non mi piace il sapore del parmigiano cotto :-)

Cobbler di frutta sciroppata


I cobbler - tecnicamente - sono dei dolci in cui la frutta viene coperta da un impasto. Quello che ho preparato oggi, da un punto di vista della preparazione, è leggermente diverso, perchè la frutta viene messa sopra l'impasto, ma alla fine il risultato non cambia.
La particolarità di questo dolce sta nella sua lavorazione, che è velocissima e piuttosto singolare.
Si può fare anche con la frutta fresca, ma uno dei più classici è quello con le pesche sciroppate.

Servono:
  • 200 di gr di farina
  • 170 gr di zucchero
  • 2 cucchiaini di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 250 ml di latte
  • 130 g di burro
  • 1 barattolo grande di frutta sciroppata col suo sciroppo
Per guarnire:
  • 3 cucchiai di zucchero
  • cannella a piacere

Preriscaldare il forno a 180°.
In una ciotola, mescolare la farina, lo zucchero e il lievito. Aggiungere la vaniglia e il latte e mescolare giusto quel poco che serve ad ottenere un impasto grumoso.
Nel frattempo, sciogliere il burro in un pentolino e versarlo nella teglia di cottura.
Versare sul burro il composto precedentemente preparato. NON MESCOLARE!
Sul composto, distribuire la frutta e il suo sciroppo. NON MESCOLARE!
Mescolare lo zucchero con la cannella e usarlo per spolverizzare la frutta. NON MESCOLARE!
Infornare e cuocere 45-50 minuti, fino a quando il dolce apparirà bello gonfio, dorato e "in ebollizione".
E' difficile - o meglio, impossibile... sformarlo, quindi portarlo a tavola, dopo averlo fatto raffreddare, direttamente nella teglia di cottura.

Il commento della copiona: un dolce piuttosto bruttino da vedere ma molto semplice e molto facile. E molto buono :-D

mercoledì 13 gennaio 2010

Risotto con azuki rossi e scorza di arancia


Questa è nata stasera, in modo del tutto casuale. Intanto che preparavo il risotto, ho sbucciato e mi sono mangiata un'arancia, come antipasto :-).
Sono uscita un attimo dalla cucina e quando sono rientrata ho sentito i due profumi che si mescolavano armoniosamente: da lì, l'idea di completare il riso con la scorza dell'arancia.

Servono:
  • fagioli azuki lessati, con il loro brodo
  • riso carnaroli
  • sedano, cipolla e carota per il soffritto
  • poco dado di pollo o vegetale, fatto in casa
  • prezzemolo
  • la scorza di una grossa arancia, prelevata con un pelapatate
  • olio extravergine di oliva
  • sale

Ho lessato gli azuki nella slowcooker con parecchia acqua e poco di sale.
Ho soffritto il sedano, il carota e la cipolla, tritati, in poco olio extravergine di oliva e vi ho fatto tostare il riso.
Poi, ho cominciato a tirare il risotto aggiungendo mestoli di brodo di fagioli con pochi azuki e insaporendo con il dado.
Ho tritato il prezzemolo con metà della scorza dell'arancia e, appena il riso è giunto a cottura, l'ho aggiunto mescolando.
Ho servito con ancora una spruzzatina di prezzemolo, qualche goccia d'olio e un poco della rimanente scorza di arancia grattugiata con la microplane.

Il commento della copiona: gli azuki rossi sono piccoli fagioli giapponesi, molto usati per i dolci. La marmellata di azuki dentro una crepe è qualcosa di indimenticabile :-)

mercoledì 6 gennaio 2010

Minestra di indivia, foglie di carota e mandorle


Ancora una minestra di verdure leggerissima ma molto buona, per concludere una giornata praticamente vegetariana: questa è stata fatta per consumare le scorte del frigo!

Servono:
  • 1 cipolla
  • 1 kg di foglie di indivia
  • i ciuffi verdi di un mazzo di carote
  • una patata
  • poco olio extravergine di oliva
  • brodo di pollo
  • mandorle a lamelle

Ho soffritto in poco olio la cipolla tritata e i ciuffi delle carote stagliuzzati con le forbici, ho aggiunto la patata a pezzi (serve per dare cremosità) e dopo una decina di minuti l'indivia ben lavata e spezzata con le mani.
Ho lasciato insaporire una decina di minuti, poi ho aggiunto il brodo caldo e portato a cottura.
Alla fine, ho frullato il tutto, ma in modo grossolano e ho versato nelle ciotole individuali, completando con un po' di mandorle a lamelle e qualche goccia di olio extravergine di oliva.

Il commento della copiona: molto leggera e rinfrescante! Io adoro le minestre di verdura!

Crema di sedano e porri al pesto di prezzemolo


...ovvero: la minestra scappata!
La mia macchina fotografica mi ha fatto uno scherzetto e non ha salvato le foto delle cosine che avevo cucinato oggi.
Però questa crema di sedano e porri è troppo buona per non pubblicarla e allora ho fotografato la ciotolina e il resto lo lascio alla vostra immaginazione!

Servono:
  • un sedano verde
  • 6 porri
  • una patata
  • brodo vegetale
  • una noce di burro oppure olio extravergine di oliva
  • pesto di prezzemolo e mandorle, quello che si trova qui

I porri e il sedano (ovviamente ben lavati e mondati) si tagliano a rondelle, mentre la patata si pela e si fa a pezzetti.
Si fa scaldare il grasso prescelto nella pentola, si aggiungono le verdure e si fanno insaporire.
Si bagna col brodo vegetale e si porta a cottura poi si frulla il tutto fino ad ottenere una crema.
Versare nelle ciotole individuali, completando con un cucchiaino di pesto al centro.
Volendo, servire con crostini, parmigiano grattugiato o altro olio.

Il commento della copiona: superdietetica, leggerissima ma comunque molto cremosa grazie alla patata. E molto buona :-)

Carote al pimento


L'ho trovata sulla rivista americana Cooking Light e mi ha attirato il fatto di tagliare le carote in questo modo. Che dire? Danno dipendenza, da quanto sono buone! E poi sono leggerissime... la ricetta dice che con queste dose ne vengono 10 porzioni, ognuna delle quali ha circa 72 calorie...

Servono:
  • 1 kg di carote tenere e fresche, possibilmente di quelle col ciuffo
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiaini rasi di pimento (o anche di paprika dolce, ma il pimento dà il gusto di affumicato)
  • pepe di mulinello
  • sale grosso
  • a piacere, coriandolo fresco o prezzemolo tritato

Per iniziare, serve una teglia bassa, grande a sufficienza per poter ospitare le carote in un solo strato: io ho usato una teglia di alluminio che di solito mi serve per i biscotti e la pizza.
Si accende il forno a 220°, mettendo dentro la teglia vuota sul ripiano più basso e si porta a temperatura, intanto che si prepara quello da metterci dentro.
Ho lavato le carote, spazzolandole bene senza pelarle. Ho tolto il ciuffo (che però ho conservato, perchè è finito nella vellutata per stasera :-D ), lasciandone un pezzettino e le ho tagliate per il lungo.
Le ho condito con l'olio, il sale, il pepe e il pimento e, quando il forno è andato a temperatura, le ho messe sulla teglia rovente (occhio alle ustioni!).
In tutto vanno cotte per 25 minuti circa, girandole a metà cottura.
Tolte dal forno, insaporire con il coriandolo o il prezzemolo e servire.
Sono buonissime anche fredde e penso che un po' di aceto balsamico non ci starebbe male.

Il commento della copiona: la foto è peggio del solito, perchè ho fotografato gli avanzi, visto che la la schedina da 4 Gb della macchina fotografica ha ben pensato di mangiarsi le immagini del pranzo di oggi che avevo fatto con tanto amore...

Pizza con la ricotta


Questo è stato il pranzo di Capodanno, mangiato su una panchina in qualche luogo imprecisato della Toscana, mentre stavamo andando a Saturnia a fare il bagno nelle pozze :-)
Il tempo, orribile per tutto il viaggio (un mezzo diluvio universale...) ha deciso di graziarci proprio in quel momento e abbiamo pranzato sotto il sole.
L'idea l'ho presa da un libro sulla cucina regionale d'Abruzzo e l'ho un po' modificata.

Servono:

  • per la pasta:
  • 500 gr di farina bianca
  • 25 gr di lievito di birra
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • due cucchiai di latte
  • un pizzico di sale
  • acqua frizzante q.b.
  • per il ripieno:
  • 250 gr di ricotta
  • 100 gr di prosciutto affumicato
  • 3 uova sode
  • prezzemolo
  • grana padano grattugiato
  • sale e pepe

L'impasto si fa normalmente, a mano o con qualche aggeggio all'uopo destinato e, dopo averlo ben lavorato fino a quando sia ben liscio ed elastico, si lascia lievitare in un luogo tiepido per un paio d'ore.
Nel frattempo, tritare il prosciutto insieme al prezzemolo e tenerlo da parte.
Schiacciare la ricotta con una forchetta e tenerla da parte.
Sgusciare le uova e tritarle grossolanamente e tenere da parte pure loro.
Accendere il forno a 180°.
Quando la pasta sarà pronta, sgonfiarla, dividerla in due e spianarla delicatamente con il mattarello o con le mani, per ottenere due dischi.
Ungere una tortiera alta da circa 26-28 cm. e stendervi uno dei due dischi, rialzandolo leggermente ai bordi.
Disporvi il ripieno a strati: prima la ricotta, poi il prosciutto col prezzemolo, le uova sode e finire con una generosissima spolverata di grana grattugiato. Un poco di sale e pepe sullo strato di ricotta e sulle uova, ma con mano leggera.
Ricoprire con l'altro disco di pasta saldando bene i bordi, bucherellare la superficie con una forchetta e ungere con poco olio.
Infornare e cuocere per circa 40 minuti o fino a quando la torta apparirà ben cotta.
Si serve molto calda ma anche tiepida o fredda.

Il commento della copiona: se piacciono le uova sode, questa torta è molto gustosa e rimane umida al punto giusto.

martedì 5 gennaio 2010

Spaghetti alla chitarra con gamberi e pesto di prezzemolo


Il pesto di prezzemolo è quello che usato ieri per il pollo: siccome ne era avanzato, l'ho usato stasera per questa pasta veloce e tutto sommato leggera, che la famiglia ha gradito moltissimo.
Ce n'è ancora un po'... presto vi faccio vedere dove vanno a finire le ultime cucchiaiate.

Servono:
  • 500 gr di spaghetti alla chitarra freschi (li ho comprati già pronti)
  • 400 gr di code di gambero, da sgusciare
  • due spicchi d'aglio
  • prezzemolo tritato
  • poco olio extravergine d'oliva
  • pesto di prezzemolo e mandorle

Ho messo a bollire l'acqua per la pasta e intanto ho sgusciato i gamberi e li ho privati del budellino nero.
In un grande tegame, ho fatto soffriggere in pochissimo olio gli spicchi d'aglio e un po' di prezzemolo tritato.
Appena l'acqua è andata a bollore ho buttato la pasta e, contemporaneamente, ho unito al soffritto di aglio e prezzemolo i gamberi.
Bisogna lavorare in modo che la pasta sia pronta per essere spadellata appena i gamberi sono rosa: un figlio che rimesta i gamberi con il mestolo nella mano sinistra e con la destra invia sms a raffica può fare la differenza ;-)
Scolare la pasta, conservando un po' dell'acqua di cottura e buttarla nel tegame coi gamberi.
Aggiungere due cucchiaiate abbondanti di pesto e un poco dell'acqua di cottura e spadellare bene.
Servire subito.

Il commento della copiona: sono buonissimi! Sono davvero contenta di me medesima :-D

Riso al the rosso


Per qualche ragione che non è il caso di approfondire qui, da qualche giorno mi sto nutrendo prevalentemente di riso bollito e the al limone e ci sto prendendo pure gusto.
Oggi, mentre mettevo su l'acqua, mi è cascato l'occhio sulla scatola di legno che contiene i miei the e ho pensato di aromatizzare l'acqua di cottura con uno che si adattasse bene: ho scelto il the rosso rooibos che, oltre ad essere molto buono (leggermente pungente e asprigno) è anche la bevanda preferita di Mrs Precious Ramotswe, l'investigatrice dei libri di Alexander McCall Smith, per la quale ho una passione sfrenata :-)

Servono:
  • riso carnaroli
  • the rosso rooibos
  • prezzemolo
  • scorza di limone
  • olio extravergine di oliva
  • sale

Ho messo al fuoco l'acqua fredda con dentro il the (il mio era in bustine, ma se si usa sfuso è meglio metterlo nell'apposita pallina oppure avvolgerlo in un po' di garza).
Appena l'acqua ha iniziato a bollire, ho tolto il the, ho salato e versato il riso, che ho cotto per circa quindici minuti.
L'ho poi scolato con il mestolo forato e l'ho messo nel piatto, condendolo con poco prezzemolo tritato, scorza di limone grattugiata con la microplane e olio extravergine di oliva nuovo.

Il commento della copiona: diventa molto bellino questo riso, color rosa carico. Il the non si sente quasi, lascia appena un lieve retrogusto. Vale la pena di provare con altri tipi, però. Io adoro il the!

lunedì 4 gennaio 2010

Pollo al pesto di prezzemolo e mandorle


Questa me l'ha ispirata la Vampina, quando ha chiesto come smaltire, in ricette salate, le sovrabbondanze di frutta secca di questo periodo ed è stata comodissima anche per consumare roba che avevo in frigo e in freezer.
Le dosi sono occhiometriche, perchè ho usato quello che avevo sotto mano, senza pesare né misurare nulla.


Servono:
  • petto di pollo a fette
  • prezzemolo
  • mandorle
  • grana padano grattugiato
  • aglio
  • olio extravergine di oliva
  • sale
  • scamorza dolce a fettine

Ho rosolato il pollo in padella, con poco olio e sale e intanto ho preparato il pesto, mettendo nel frullatore parecchio prezzemolo lavato, asciugato e privato della maggior parte dei gambi.
Ho aggiunto le mandorle e uno spicchietto d'aglio e frullato ancora, poi ho aggiunto il grana e tanto olio quanto ne serviva per ottenere la giusta consistenza.
Appena il pollo è cotto, disporre su ogni fettina un cucchiaino di pesto e una fettina di scamorza, incoperchiare e servire non appena il formaggio sarà fuso.

Il commento della copiona: è gustosissima e si fa prestissimo!
Naturalmente, se non avete avanzi da smaltire e non vi sentite virtuosi, il pesto potete comprarlo già fatto.
Se invece vi sentite molto canonici e ortodossi, potete fare il pesto in casa col mortaio, il basilico, i pinoli e tutto quello che ci va :-)
Se però vi sentite creativi e parsimoniosi, potete usare qualsiasi altro frutto a guscio (noci, nocciole, persino anacardi e arachidi) al posto delle mandorle :-)
Se infine non vi sentite in nessun modo tra quelli qui sopra contemplati, fatemi sapere che penserò un'alternativa praticabile :-D

venerdì 1 gennaio 2010

Galette des rois


E' la torta tradizionalmente servita all'Epifania, ma io l'ho sempre preparata, anche in altre versioni, per Capodanno.
Dentro il ripieno, dovrebbe essere nascosto un oggettino, per esempio un minuscolo ninnolo di ceramica o un fagiolo o un soldino ben avvolto in carta stagnola... chi lo trova, avrà fortuna tutto l'anno :-)
Io stavolta non ce l'ho messo, augurandomi che la fortuna sia equamente distribuita nell'anno nuovo tra tutti quelli che lo hanno assaggiato subito dopo la mezzanotte del 1° gennaio :-)
La ricetta viene dal piccolo libro "500 torte dolci e salate" di Rebecca Baugniet, che mi hanno regalato un po' di tempo fa, con qualche modifica.

Servono:
  • 2 rotoli di pasta sfoglia, possibilmente di solo burro
  • 120 gr di burro morbidissimo
  • 60 gr di zucchero
  • 120 gr di mandorle tritate a farina
  • un cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 1 cucchiaio di rhum bianco
  • una crema pasticcera fatta con 250 gr di latte, 1 uovo intero, 25 gr di farina, 50 gr di zucchero e un cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 1 uovo

Preparare la crema e lasciarla raffreddare.
Aprire i rotoli di pasta sfoglia e, con l'aiuto di una teglia da crostate del diam. di 28 cm, ricavarne due dischi identici, ritagliando il bordo con un coltellino molto affilato.
Incidere leggermente uno dei due dischi con un coltellino, in modo da realizzare una decorazione a spicchi.
Disporre il disco non decorato sulla teglia rivestita di carta forno.
Preparare il ripieno, mescolando il burro, lo zucchero, le mandorle, la vaniglia e il rum.
Incorporarvi la crema ormai raffreddata e amalgamare bene fino ad ottenere un composto liscio e uniforme.
Stendere il ripieno sul disco di pasta, lasciando liberi circa due cm di bordo: bagnare questo bordo con l'uovo leggermente sbattuto e poi ricoprire con il disco decorato, premendo affinchè aderisca a quello inferiore.
Spennellare con l'uovo e mettere in frigo per un'ora.
Accendere il forno a 190° e quando sarà a temperatura, infornare il dolce e lasciarlo il tempo necessario perchè si gonfi e diventi bello dorato, circa 25-30 minuti a seconda del forno.
Sformare su una gratella e far raffreddare.

Il commento della copiona: un bel modo per iniziare il nuovo anno!

LinkWithin

Blog Widget by LinkWithin