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giovedì 29 dicembre 2011

Humida (anzi humita) di Ines (non so chi sia, ma si prende il credit della ricetta)

In questo post pubblicato a luglio, avevo promesso di pubblicare le ricette dei companatici del pane con i semini, cosa che non ho mai fatto.
In primo piano spiccava l'humita, una delizia argentina, qui italianizzata, che ho mangiato per la prima volta ad un corso di intaglio di frutta e verdura, preparato da una ragazza molto simpatica che poi ho perso di vista. 
Se per caso inciampa nel mio blog e si riconosce, la saluterei molto volentieri!
*Dopo aver pubblicato la ricetta su Facebook, un'amica argentina (ciao Marcela!) ha corretto il nome di questo piattino, che è sempre girato come humida, in humiTa con la T e mi affretto a riportare la precisazione anche qui! 

Servono:
  • 1 peperone rosso, tagliato a pezzetti piccolissimi
  • 1 piccola cipolla, tritata finissima
  • 1 scatola di mais, sgocciolato e tritato alla moulinetta, fino a ridurlo a una specie di crema grossolana
  • olio extravergine di oliva
  • sale
  • cumino in polvere

In una padella, soffriggere nell'olio il peperone, la cipolla e il mais. Salare e insaporire con il cumino, a gusto.
Cuocere fino ad ottenere una crema bella soda.
Farla raffreddare e usarla per crostini e ripieni.

Il commento della copiona: è buonissima!

Lasagne di crackers (con citazione letteraria)

Era un po' che non mettevo insieme nefandezze culinarie, di quelle che mi hanno fatto tanto amare nei forum di cucina, dove ero vista come una specie di cugina un po' scema da non prendere troppo con serietà e in considerazione.
L'orrore col quale venivano accolti certi miei interventi e ricette era pari solo al ribrezzo suscitato da chi, candidamente, dichiarava di cenare a volte con i quattrosaltiinpadella.
Io mi sono sempre molto divertita e continuo a divertirmi e a prendermi molto in giro, consapevole dei miei limiti e, soprattutto, del fatto che la mia vita non comincia né finisce in cucina e che stare ai fornelli è per me un modo di passare un po' di tempo rilassandomi, senza che diventi la ragione del mio stare al mondo.
Ciò detto, faccio mio l'esergo di "Momenti di trascurabile felicità", il libro di Francesco Piccolo che sto leggendo oggi, "Non sopporto più le persone che mi annoiano anche pochissimo e mi fanno perdere anche un solo secondo di vita". La frase è di Goffredo Parise, ma potrei averla scritta io (anzi, l'ho scritta e in tempi non sospetti).
Detto anche questo, ecco le lasagne fatte con i crackers. Non mettetevi a ridere, non subito almeno, perchè sono buffe ma molto buone. La ricetta viene da una delle mie mailing list e io l'ho adattata a quello che avevo in casa. Le variazioni sono ammesse e benvenute.

Servono (dosi spannometriche):

  • crackers salati (io ho usato i Doriano)
  • besciamella
  • passata o polpa di pomodoro
  • parmigiano grattugiato
  • mozzarella oppure emmenthal grattugiato o anche avanzi di formaggi
  • a piacere: funghi trifolati, oppure verdure miste trifolate

Preparare la besciamella come si usa di solito (io la faccio nel bimby, seguendo il ricettario) e unirvi la passata o la polpa di pomodoro, in modo da farla diventare rosa.
Ungere una pirofila di dimensioni adeguate, distribuirvi un velo di besciamella e poi, nell'ordine, uno strato di crackers, uno di verdure (se si usano), uno di emmenthal grattugiato, uno di besciamella e spolverizzare di parmigiano, poi ricominciare con i crackers e così via fino a esaurimento degli ingredienti. L'ultimo strato deve essere di besciamella e parmigiano.
Lasciarla riposare in frigo o in luogo fresco (il terrazzo in inverno è perfetto) per alcune ore, anche tutta una notte, poi infornare a 200° ventilato e cuocere fino a quando si formerà una crosticina dorata.
Lasciar riposare 10 minuti e poi servire, come normali lasagne.

Il commento della copiona: sono buonissime e  veramente indistinguibili dalle lasagne normali, se non per lo spessore della "pasta" che è ovviamente superiore rispetto a quello di una sfoglia. Molto comode anche perchè si devono preparare in anticipo.

Torta al mascarpone (da colazione o da farcire)

Non è che mi son messa a far torte da colazione in questi giorni che strabordo di pandori e panettoni da finire.
Questa l'avevo fatta un po' di tempo fa e non avevo mai avuto il tempo di pubblicarla. E' la mia versione, modificata in quantità e ingredienti, di una ricetta che viene forse da coquinaria, ma non ci giurerei.
Ricchissima, è buona sia da colazione sia come base per farciture, qualora qualcuno si cimenti in torte capolavoro (io no :-D ). La foto è quel che è, ma le cavallette sono arrivate prima di me.

Servono:

  • 250 gr di mascarpone
  • 80 gr di burro fuso
  • 280 gr di farina
  • 160 gr di amido di mais
  • 260 gr di zucchero
  • 3 uova
  • 100 gr di latte
  • la scorza grattugiata di un limone
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 bustina di lievito


Accendere il forno a 180°.
Montare le uova insieme allo zucchero con lo sbattitore elettrico, aggiungere poco alla volta, il mascarpone, il burro, il latte, la scorza di limone e la vaniglia sempre continuando a lavorare.
Unire infine la farina, l'amido di mais e il lievito.
Versare in uno stampo imburrato e infornare per 40-45 minuti, facendo la prova stecchino.
Far raffreddare e servire.

Il commento della copiona: semplice e buonissima!

martedì 27 dicembre 2011

Il pranzo di Natale (la copiona ha fatto poco, ma ci sono tre ricette comunque)

Da quando io mi ricordo, il pranzo di Natale nella casa dei miei genitori è sempre stato lo stesso: un menu scalpellato nella pietra e intoccabile.
Anche adesso che loro non ci sono più e che siamo rimasti pochi pochi a festeggiare (quest'anno abbiamo toccato il minimo storico di sette commensali...), la base del pranzo rimane quella e le variazioni sono poche, ma alla fine va bene così.
Il grosso dei piatti cucinati tocca a mia sorella, che fa i migliori crostini neri della Valtiberina e probabilmente della Toscana tutta e che io ho tentato inutilmente di riprodurre: non vengono mai come i suoi. Comunque qui metto la ricetta, dettata dalla sua viva voce, nella dose che ha fatto per Natale. Ne è venuto un vassoione grande e due vaschette ne sono avanzate, distribuite tra nipoti e fidanzati.

Crostini neri di fegatini della Paola

Servono:



  • 1 kg di durelli di pollo (detti anche maghetti o stomaci)
  • 1/2 kg di fegatini di pollo, misti a cuoricini
  • 1 grande costa di sedano
  • 1 carota grande
  • 2 cipolle rosse medie
  • 30 bacche di ginepro (da noi dette coccole di zinepro... che bel nome!)
  • 20 belle foglie di salvia fresca
  • sale e pepe
  • 1/2 litro abbondante di olio extravergine di oliva
  • capperi sott'aceto, almeno 50 gr, ma potrebbero servirne di più, a gusto proprio
  • 1/2 tubetto di pasta d'acciughe marca Balena
  • brodo di carne buono


Lavare bene i durelli e i fegatini, eliminando tutti i filamenti bianchi di grassi, poi mettere tutto a freddo in un tegame basso: i durelli tagliati a pezzetti grandi quanto una noce, i fegatini interi, la carota tagliata in 3 o 4 pezzi, il sedano intero, le cipolle a pezzi grossi, il ginepro e la salvia. Salare e pepare, poi aggiungere l'olio, che deve essere veramente abbondante  e coprire il resto degli ingredienti almeno fino a metà.
Mette a fuoco alto e tegame scoperto e cuocere per circa un'ora, girando di tanto in tanto, o comunque fino a quando l'olio torna limpido e i fegatini sono ben cotti e quasi arrostiti. Mia sorella ha appena scoperto un altro indicatore e cioè che i fegatini sono pronti quando, girandoli, schizzano l'olio.
Eliminare il sedano e la carota, separare i durelli dai fegatini.
Tritare alla moulinetta i durelli, in tre o quattro volte, insieme al ginepro e alla salvia e agli ultimi aggiungere anche i capperi e man mano rimetterli nel tegame con l'olio do cottura.
Tritare anche i fegatini, nello stesso modo, ma più brevemente, due o tre colpi sono sufficienti: non deve diventare un patè, si devono sentire i pezzettini. Rimettere anche questi nel tegame.
Aggiungere la pasta d'acciughe e mescolare bene, poi rendere fluido e spalmabile il composto aggiungendo il brodo caldo poco alla volta.
Assaggiare ed eventualmente aggiungere altra pasta d'acciuga o capperi tritati fino ad ottenere la giusta sapidità.
Se l'impasto deve attendere, coprirlo perchè si ossida, altrimenti spalmarlo generosamente su fettine di pane toscano leggermente abbrustolite su una piastra rovente.


Dopo i crostini, abbiamo mangiato i tortellini, forniti da me e fatti con le mie manine sante, ma con il decisivo contributo delle mie amiche Paina e Nico, e l'assistenza spirituale, a base di letture corroboranti, della mia fidanzata Alessia. Questo è il secondo anno in cui passiamo una giornata, intorno all'8 dicembre, a chiudere tortellini e fare chiacchiere irriferibili e divertentissime. Poi i preziosi manufatti vengono congelati e usati per il pranzo di Natale.
Questa volta abbiamo fatto circa 6 kg di tortellini: la pasta l'ha fatta la Paina e il ripieno (fantastico!) è stato comprato già pronto.
I tortellini crudi, come tanti soldatini ordinati.
Il brodo lo aveva fatto mia sorella ed era meraviglioso.


Per anni, il secondo tradizionale è stato il pollo o il cappone arrosto girato: cioè infilato allo spiedo, tagliato a pezzi e inframezzato da pezzetti di pancetta e foglie di salvia, e cotto alla fiamma vivo di un fuoco a legna.
Quest'anno abbiamo cambiato e abbiamo (ha) fatto questo ottimo

Pollo al forno con burro e limone

  • 1 pollo a pezzi, se ruspante è meglio
  • burro 
  • 2 limoni succosi
  • salvia 
  • sale e pepe


Imburrare bene una pirofila e disporvi dentro i pezzi di pollo inframezzati da foglie di salvia. Salare e pepare piuttosto generosamente. Infiocchettare di burro abbondante e bagnare con il succo dei limoni.
Infornare a 220° ventilato per un'ora e più, girando una o due volte, o fino a quando il pollo sarà ben dorato e croccante all'esterno, ma succulento all'interno.
Questa volta la salvia non l'abbiamo messa, ma mi ricordo di averlo fatto un'altra volta, con un buonissimo risultato.

Come contorno, c'erano degli ottimi sformatini di cavolo, monoporzione, dei quali mi sono dimenticata di chiedere la ricetta: erano buonissimi!

E infine, io ho fatto un semifreddo allo yoghurt, che ho già fatto un paio di volte, per compleanni e natali passati e che mi piace un sacco perchè è freschissimo e non eccessivamente dolce. Inoltre, non serve cottura al forno, il che lo rende perfetto, per esempio, come dolce estivo.
La ricetta viene dalla rete, ma non ho idea di dove l'ho copiata.

Servono:

  • 400 gr di yoghurt ai frutti di bosco
  • 500 gr di panna liquida fresca
  • 9 gr di colla di pesce
  • 200 gr di amaretti o biscotti frollini
  • 70 gr di burro fuso
  • 1 cucchiaio di miele liquido, dal sapore delicato, per esempio di acacia
  • una tazzina da caffè di grappa ai frutti di bosco o di maraschino
  • frutti di bosco misti per decorare (io ho usato ribes rosso e lamponi freschi e mirtilli allo sciroppo)


Polverizzare gli amaretti, mescolarli col burro fuso e compattarli sul fondo di uno stampo rettangolare con il bordo apribile ben unto di staccante per pasticceria. In estate mettere in frigo.
Sciogliere la colla di pesce nella grappa, unire il miele e mescolare accuratamente con lo yogurt.
Montare la panna e incorporarla allo yogurt, facendo attenzione a non smontare il composto.
Versare sul fondo di biscotti, livellando bene la superficie e battere lo stampo sul piano di lavoro, in modo che si assesti bene.
Mettere in frigo per alcune ore, una notte intera è meglio.
Al momento di servire, togliere il bordo dello stampo e decorare il dolce con i frutti di bosco naturali o brinati con zucchero semolato.

Il commento della copiona: tutto molto buono e soddisfacente, sì sì!




Zuppa di spinaci e pollo al limone (per rifiatare tra uno stravizio e l'altro...)

Questa zuppettina, leggera e rinfrescante, è stata preparata per il pranzo della vigilia di Natale, che, di regola, dovrebbe essere di magro.
Ma io me ne sono dimenticata e quando ho ricordato eravamo già a metà del pranzo. Càpita...
L'idea viene da una delle mie mailing list, poi io ho messo le mie modifiche.

Ho usato:

  • 400 gr di spinaci crudi già lavati
  • 350 gr di petto di pollo a fettine
  • 2 litri di brodo di pollo
  • 2 cucchiai di salsa di soia
  • 2 cucchiaini di zucchero
  • 1 limone


Bisogna innanzitutto sbianchire gli spinaci, affinchè non si disfino e soprattutto perchè rimangano belli verdi e per far questo ho messo al fuoco un tegame più largo che alto pieno d'acqua. Nel frattempo, ho preparato un altro tegame pieno di acqua fredda e ho tolto i gambi agli spinaci.
Appena l'acqua è andata bollore, ho immerso gli spinaci per pochi secondi, poi li ho sollevati subito con una paletta forata e li ho immersi nell'acqua fredda. Infine li ho scolati, strizzati leggermente tra le mani e tagliati a striscioline.
Tagliare il pollo a striscioline e ripetere la stessa operazione degli spinaci, usando pure la stessa acqua e con l'avvertenza di tenerli nell'acqua bollente per almeno tre minuti.
Mettere a scaldare il brodo dopo aver aggiunto la soia e lo zucchero. Appena bolle, unire il pollo e gli spinaci e lasciar riprendere il bollore. Cuocere un paio di minuti e portare in tavola, aggiungendo su ogni piatto succo di limone a piacere.

Il commento della copiona: molto leggera e delicata e soprattutto dietetica, dopo tutti i mangiari del Natale e dintorni.

lunedì 26 dicembre 2011

La cena della vigilia (molte foto e solo due ricette, nella fattispecie le frittelle di gamberi e la mousse di lamponi)

Forse l'ho scritto anche lo scorso anno (e sono così pigra e farcita di buon cibo che proprio ora non ho voglia di andare a controllare se l'ho fatto) ma fin da quando ero piccola, la vigilia di Natale era il giorno che attendevo con più aspettative ed emozione.
Non era solo per i regali, che si aprivano alla fine della cena, ben prima di mezzanotte, ma era per tutta l'allegria e le persone che si radunavano, di solito in casa dei miei genitori, al paesello. Eravamo un sacco!
Poi, qualcuno è andato via ma qualcuno è arrivato... ci lasciavano anziani zii, entravano mariti, mogli e nipotini.
Ad un certo punto, però, ci siamo ritrovati pochi pochi, senza nessun rimpiazzo e allora la vigilia di Natale abbiamo cominciato a festeggiarla a casa nostra e solo noi quattro.
E dopo il primo momento di smarrimento, adesso sono molto felice di poter passare una serata a chiacchierare, mangiando e raccontandoci quello che non c'è tempo di dirci - sembra impossibile! - durante il resto dell'anno.

La cena sembra molto ricca, in realtà le porzioni erano piccole e quindi non ci siamo né strafocati né abbiamo prodotto quantità ingestibili di avanzi.

Ho preparato:

  • salmone marinato alla grappa
  • insalata di polipo e datterini all'aceto balsamico
  • cozze gratinate
  • frittelle di gamberi
  • spaghetti allo scoglio
  • mousse di lamponi
Il salmone è stato lasciato in marinata per sei ore soltanto, poi lavato, sfilettato e condito con una citronnette all'erba cipollina. E' piaciuto molto, persino a mio marito che odia cordialmente il salmone in ogni sua manifestazione.

Il polipo, nelle mie intenzioni, doveva essere fatto a carpaccio, ma qualcosa non ha funzionato (so anche cosa...) e al momento del taglio si è sbriciolato tutto. Quindi, l'ho trasformato in un'insalata e l'ho condito con pomodori datterini dolcissimi,  prezzemolo tritato con poco aglio, olio, sale e qualche goccia di aceto balsamico vero e buonissimo.




Per le cozze gratinate: ho fatto aprire le cozze in una padella incoperchiata, aggiungendo semplicemente una generosissima spolverata di pepe nero, poi ho eliminato la valva vuota e ho tenuto quella col mollusco. Queste le ho disposte nel mio tian provenzale (ma una qualsiasi pirofila andrà benissimo) e le ho ricoperte con del pangrattato frullato insieme ad aglio, prezzemolo e un po' di sale. Un giro d'olio e poi in forno a gratinare fin quando sono apparse ben dorate.


Le frittelle di gamberi vengono da un foglietto scarabocchiato e potrei averle copiate ovunque. L'unica aggiunta dell'ultimo momento è stato il lievito, che non avevo scritto, non so se per dimenticanza mia o se proprio non era previsto. Comunque è assolutamente necessario, se non si vogliono avere dei pezzi di gomma immangiabili.

Ho usato: 
  • 300 gr di code di gambero sgusciate
  • 250 gr di farina bianca
  • 1 bustina di lievito per dolci (va bene anche quello vanigliato)
  • 1 cipolla
  • 100 gr di acqua
  • 100 gr di latte
  • 1 uovo
  • una bella manciata di prezzemolo
  • sale e pepe
  • olio per friggere

Per far presto ho usato il bimby, ma qualsiasi frullatore o robot con le lame va bene.
Si comincia frullando insieme i gamberi, la cipolla sbucciata e il prezzemolo.
Si aggiungono la farina, il lievito, l'acqua, il latte, l'uovo, sale e pepe e si frulla ancora, fino ad ottenere una pastella morbida.
Mettere al fuoco un tegame alto con l'olio, farlo scaldare e cuocere il composto a cucchiaiate, scolando le frittelle appena saranno ben dorate.
Asciugarle bene sulla carta da cucina e salarle ancora un pochino prima di servire con qualche spicchio di limone.

Gli spaghetti allo scoglio sono stati la richiesta esplicita di coredemamma Tommaso e sono stata contenta che siano piaciuti a tutti. Non ho usato nessuna ricetta particolare, ma solo i suggerimenti della signora della pescheria, con qualche mio adattamento.
Ho fatto un soffritto di olio abbondante, aglio e prezzemolo tritati, ho aggiunto il pesce tutto insieme (c'erano gamberi, seppie, mazzancolle, calamari, piccoli astici) e ho fatto cuocere per pochi minuti. Ho bagnato con un bel po' di brandy (che mi lasciava perplessa, invece ci sta benissimo, molto meglio del vino bianco) e quando si è evaporato ho aggiunto cozze e vongole aperte a parte in un tegame. Non ho aggiunto né sale né pepe.
Ho lessato gli spaghetti ben al dente e li ho saltati in padella col questa meraviglia di sugo. Prima di andare in tavola, ancora una spolverata di prezzemolo tritato.

E per finire, la mousse di lamponi, che avevo già fatto usando frutti di bosco misti e che è buonissima per la consistenza soffice e spumosa e per il sapore lievemente acidulo, perfetto per pulire la bocca alla fine di un pasto così ricco.

Servono:
  • 30 ml di acqua fredda
  • 30 ml di acqua bollente
  • 1 bustina di gelatina alimentare in polvere (non è facile da trovare, si può sostituire con una bustina di tortagel o con 2 fogli di colla di pesce)
  • 450 gr di lamponi surgelati 
  • la scorza di mezzo limone
  • 80 gr di zucchero
  • 1/2 litro di panna liquida fresca
  • lamponi freschi e foglioline di menta per decorare

Mettere l'acqua fredda in una ciotolina, aggiungere la gelatina in polvere e lasciar riposare per 2 minuti. Aggiungere l'acqua bollente e mescolare bene con una forchetta o con una piccola frusta, fino a quando la gelatina si sarà sciolta. 
Versarla poi nel boccale di un frullatore o in un robot, aggiungere la scorza di limone, i lamponi ancora surgelati e lo zucchero, poi lavorare fino ad ottenere una purea liscia.
Montare la panna con le fruste elettriche, poi incorporarvi la purea di lamponi lavorando con un cucchiaio di legno e facendo attenzione a non smontarla.
Distribuire il composto in coppette o calici di cristallo e tenere in frigo per almeno tre ore.
Decorare con qualche lampone fresco e foglioline di menta: io mi sono dimenticata di mettercele ;-) .

Il commento della copiona: buon Natale a tutti!












lunedì 19 dicembre 2011

Salmone marinato alla grappa (con carpaccio di polipo sullo sfondo)


Ho provato due piattini nuovi che volevo proporre in qualche pranzo natalizio, visto che ci avviciniamo alle feste più mangerecce dell'anno.
Del carpaccio di polipo ci sono decine di ricette in giro per la rete e si trovano anche filmati didattici molto ben fatti, quindi vi rimando al piacere della ricerca.
Per il salmone marinato ho invece messo insieme diverse idee lette qua e là e i suggerimenti della mia amica Gloria, che ringrazio per l'ispirazione.
L'idea dello spruzzino è mia! Io ne ho usato uno che aveva contenuto il sale liquido (lunga storia, un giorno la racconto...) ma ne va bene uno qualsiasi adatto al contatto con gli alimenti.
Il risultato è stato sorprendente!

Ho usato:
  • 500 gr di filetto di salmone fresco, con la pelle
  • 4 cucchiai di sale dolce di Cervia
  • 2 cucchiai di sale rosa dell'Himalaya
  • 6 cucchiai di zucchero
  • semi di aneto
  • foglie di aneto
  • semi di finocchio
  • pepe nero in grani
  • circa tre dita di grappa 
  • olio extravergine di oliva
  • limone

Controllare il salmone ed eliminare eventuali spine con delle pinzette da ciglia.
Mescolare in una ciotola i due tipi di sale (io ho usato questi che avevo in casa, ma si possono sostituire con normale sale grosso da cucina) e lo zucchero e aromatizzandoli poi con l'aneto e i semi di finocchio (circa un cucchiaino da tè di ciascuno). Mescolare bene e unire pepe nero in grani, circa un cucchiaio.
Mettere circa la metà di questa miscela sul fondo di una piccola pirofila, appoggiarvi sopra i filetti di salmone, con la pelle rivolta verso il basso e ricoprire con la miscela di sale rimanente.
Mettere la grappa nello spruzzino e vaporizzarla in modo uniforme sul salmone.
Coprire la pirofila con pellicola da cucina e mettere in frigo per almeno 4 ore: io ce l'ho tenuto tutta la notte.
Si formerà molto liquido. 
Trascorso il tempo di marinatura, sciacquare bene il salmone sotto acqua corrente, poi, asciugarlo bene con carta da cucina.
Sfilettarlo seguendo la venatura, condirlo con olio extravergine di oliva e qualche goccia di limone.
Servirlo tel quel, oppure su un letto di insalatina fresca o ancora usarlo come guarnizioni per crostini di pane nere o pane ai semini (seguirà la ricetta) appena tostati e leggermente imburrati.
Gloria (sempre lei!) dice che una volta marinato il salmone si può congelare: molto comodo, si può preparare in anticipo!

Il commento della copiona: mi è piaciuto un sacco! la prima foto mostra il salmone appena messo sotto sale, la seconda quello già pronto e sfilettato.
La Gloria suggerisce di sostituire la grappa con il rhum: da provare pure questa, senz'altro!

giovedì 15 dicembre 2011

Plumcake sofficissimo al limone (aiuto, le cavallette!)

Questo dolce è stato sfornato alle 11 di sera e la mattina dopo il pezzetto della foto era tutto quel che rimaneva.
La ricetta ha origini sconosciute.

Ho usato:
  • 4 uova
  • 200 gr di farina
  • 50 gr di amido di mais
  • 200 gr di zucchero
  • 150 gr di olio di mais
  • 1 limone
  • 1 bustina di lievito
  • granella di zucchero

Accendere il forno a 170° ventilato o 180° statico.
Grattugiare la scorza del limone e spremerne il succo.
Con le fruste elettriche, montare le uova insieme allo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso.
Aggiungere la farina, l'amido, l'olio, il succo ed la scorza del limone e infine il lievito, continuando a lavorare con le fruste dopo ogni aggiunta.
Versare in uno stampo da plumcake ben unto, spolverizzare con la granella di zucchero e infornare per 40 minuti.

Il commento della copiona: sparito in un lampo, davvero buonissimo!

domenica 11 dicembre 2011

Manfrigoli in brodo (quasi) matto con i piselli (puristi della Romagna abbiate pietà)

Questa ricetta, scarabocchiata in un foglietto, è un misto di tre classici della cucina romagnola: i manfrigoli, il brodo matto e i quadrucci in brodo con i piselli.
I manfrigoli, di cui parla anche Wikipedia, assomigliano molto ai grattini e ai malfattini e possono essere sostituiti con questi. Io ho utilizzato gli avanzi della sfoglia dei tortellini, fatta ben asciugare e poi tritata velocemente nel frullatore.
Il brodo matto è fatto con la carne macinata.
I piselli, per ovvie ragioni stagionali, sono surgelati.
Il risultato è una zuppa veloce e molto riscaldante, adatta a una fredda sera invernale.

Servono:
  • 1 scalogno
  • 2 coste di sedano bianco
  • 1 carota
  • 150 gr di carne macinata
  • 1 cucchiaio circa di conserva di pomodoro
  • 100 gr di pisellini
  • olio extravergine di oliva
  • 1 litro abbondante di brodo vegetale
  • 120 gr di grattini o manfrigoli o malfattini
  • sale e pepe

Tritare il sedano, lo scalogno e la carota e farli soffriggere in un po' d'olio, poi aggiungere la carne macinata e lasciarla insaporire per qualche minuto e comunque fino a farle perdere tutto il rosa.
Aggiungere la conserva di pomodoro diluita in poco brodo caldo e, dopo qualche istante, bagnare con il restante brodo caldo. Unire i piselli, far riprendere l'ebollizione e cuocere per un quarto d'ora.
Aggiungere infine la minestrina, far cuocere il tempo necessario, regolare di sale e pepare a piacere, quindi servire con parmigiano grattugiato a parte.

Il commento della copiona: non è un piatto elegante, ma molto confortante. La foto è particolarmente brutta e può ricordare la minestra di Gian Burrasca, ma mi perdonerete, vero?




Torta di pere e amaretti

Ricetta proveniente dal vecchio forum del bimby, fatta anni fa e molto piaciuta.
L'ho rispolverata oggi per smaltire del cioccolato fondente che in casa mia nessuno vuole, men che meno sotto forma di torte. Qui non è prevalente e quindi lo hanno accettato tutti.
Come qualsiasi altra ricetta che nasce per il bimby o viene adattata si può fare un processo di reverse engineering e realizzarla senza.

Servono:
  • 200 gr di farina
  • 200 gr di zucchero
  • 100 gr di burro morbido
  • 100 gr di amaretti
  • 100 gr di cioccolato fondente
  • 2 pere medie
  • 3 uova
  • 1 bustina di lievito

Accendere il forno a 170° ventilato (oppure 180° normale).
Tritare finemente nel robot lo zucchero, il cioccolato e gli amaretti (se si usa il bimby: 10 sec. vel. 6), aggiungere le pere a pezzetti, le uova e il burro morbido, lavorando quanto serve (se si usa il bimby: 30 sec. vel. 6).
Infine incorporare farina e lievito e lavorare bene (col bimby: 30 sec. vel. 5).
Versare in uno stampo imburrato e cuocere per 35-40 minuti (regolarsi col proprio forno, come sempre!). Fare la prova stecchino, nel caso.
Sfornare, far raffreddare, poi sformare e spolverizzare con zucchero a velo.

Il commento della copiona: rimane umida e soffice, per niente gnucca. Davvero buonissima!

giovedì 8 dicembre 2011

Risotto all'arancia (giusto perché le fragole non sono in stagione...)

Il risotto alle fragole è un residuato bellico degli anni '80 del secolo scorso, partorito da quelle menti creative che volevano innovare la cucina italiana e épater les bourgeois, i buongustai legati ai piatti della tradizione.
Non l'ho mai fatto né mangiato, ma prima o poi succederà, immagino.
Per adesso, ho fatto questo risotto all'arancia, che è straordinariamente fresco e saporito e, non essendoci traccia di panna né di formaggio, è anche delicato e leggero.
E poi è di stagione.

Ho usato:
  • 350 gr di riso carnaroli
  • 1 grossa arancia sugosa
  • una grossa noce di burro
  • circa 1,3 lt di brodo di carne buonissimo
  • 1 piccola cipolla

Grattugiare la scorza dell'arancia e tenerla da parte, poi spremere l'arancia e ricavarne il succo.
Mettere a scaldare il brodo.
Tritare la cipolla e farla soffriggere nel burro: deve dorarsi senza bruciare (ovviamente ;-) ), quindi mescolarla spesso e tenerla badata.
Versare il riso, tostarlo un paio di minuti sempre mescolando, poi bagnare col succo d'arancia e col brodo caldo, aggiungendolo un po' alla volta, tirandolo a cottura.
Appena il riso sarà pronto, toglierlo dal fuoco, aggiungere la scorza grattugiata, mescolare bene e servire subito.
Se il brodo è saporito non occorre aggiungere né sale né pepe.

Il commento della copiona: buono, buonissimo! Le ricette con pochi ingredienti sono la mia fissa e questa è veramente una delizia.

giovedì 1 dicembre 2011

Gnocchi di pangrattato (diventiamo tutti laboriosi ed economi)

Questa è una ricetta che viene da un vecchissimo numero della Cucina Italiana e si possono mangiare sia in brodo, sia asciutti e conditi con burro e parmigiano o anche salsa di pomodoro o anche ragu: insomma molto versatili.
E sono anche comodi, perché necessitano di riposo, quindi si possono preparare con calma e cuocere all'ultimo momento: io li ho fatti al mattino e li ho serviti per cena.
Le dosi si possono tranquillamente moltiplicare.

Servono:
  • 50 gr di burro + eventuale altro per condire
  • 4 uova
  • parmigiano grattugiato
  • pangrattato
  • sale
  • noce moscata
  • brodo di carne

Sciogliere il burro e lasciarlo intiepidire.
In una zuppierina sbattere i tuorli con un po' di sale e noce moscata a piacere, aggiungere il burro sciolto, 4 grosse cucchiaiate di parmigiano grattugiato e tanto pangrattato quanto serve per ottenere un impasto piuttosto sodo (2-3 cucchiai, più o meno).
Montare gli albumi a neve sodissima, con un pizzico di sale e incorporarli con cura al composto preparato.
Aggiungere ulteriore pangrattato (altri 2-3 cucchiai, incorporandoli un po' alla volta, fino ad ottenere la giusta consistenza) e far riposare al fresco (non in frigo) per almeno tre ore.

Poco prima di andare in tavola, mettere a scaldare il brodo e nel frattempo preparare gli gnocchetti, tondi o ovali e grandi a piacere: quelli della foto avevano la lunghezza di un dito mignolo, più o meno.
Appena il brodo raggiunge il bollore, abbassare la fiamma al minimo, in modo che l'ebollizione sia appena accennata e versarvi gli gnocchetti. Quando tutti saranno venuti a galla saranno pronti.
Se si servono in brodo, portarli a tavola così, servendo a parte il parmigiano.
Se si servono asciutti, scolarli con un mestolo forato e condirli con burro e salvia e parmigiano (come ho fatto io) oppure con il condimento preferito.

Il commento della copiona: sono buonissimi!

Penne con i mandarini e le olive nere (dal primo alla frutta senza passare per il via)

La mia passione per l'uso della frutta in ogni dove è ormai risaputa, non parliamo degli agrumi.
L'idea l'ho presa da un ritaglio di giornale, ma poi ho cambiato praticamente tutto, visto che la ricetta originaria, ancora una volta, era affogata nella panna e io evito di usarla quando proprio non è necessaria. Alla fine, dell'originale, ci sono rimaste le penne e i mandarini: il resto è roba mia.

Ho usato:
  • 350 gr di penne lisce
  • 3 mandarini freschissimi
  • 1 piccola cipolla dorata
  • burro
  • salvia
  • olive nere
  • prezzemolo tritato
  • brodo vegetale o di pollo
  • sale

Grattugiare la scorza dei mandarini e tenerla da parte.
Tritare la cipolla e farla dorare con un pezzetto di burro, alcune foglie di salvia e un po' d'acqua, cercando di caramellarla senza bruciarla.
Aggiungere gli spicchi di mandarino, privati dei filamenti e tagliati in due per il lungo, bagnare con poco brodo caldo e cuocere per una decina di minuti.
Circa a metà cottura, aggiungere le olive tagliate a rondelle e la scorza grattugiata dei mandarini. Aggiustare di sale.
Nel frattempo lessare la pasta al dente.
Appena pronta, scolarla e saltarla nella padella del condimento, aggiungendo una noce di burro fresco e prezzemolo tritato, ma questo proprio alla fine.
Servire subito.

Il commento della copiona: delicata, fresca e buonissima!

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