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domenica 29 agosto 2010

La cuoca che copia è andata in vacanza

Dopo anni in cui riuscivamo a malapena a ritagliarci pochi giorni insieme, il 2010 ci ha portato ben due settimane consecutive di ferie concorrenti e ne abbiamo approfittato per fare un piccolo viaggio in Provenza, insistendo soprattutto nell'area del Luberon.
E' una zona della Francia che non conoscevamo affatto e da un punto di vista paesaggistico l'impatto è stato un po' deludente: molto simile al Centroitalia, dal quale io provengo e, ai miei occhi, poco "esotico".
Però, sono bastate poche ore per scoprire le meraviglie di questi luoghi: il cielo, per esempio, è veramente blu. Il sole è veramente giallo. L'erba veramente verde. Le cicale cantano sul serio.
Mi sono persa (o forse risparmiata, chi può dirlo...) la lavanda in fiore, perchè la stagione era già troppo avanti... ma questo, per fortuna, ha significato anche una considerevole diminuzione dei turisti: abbiamo avuto la grazia di passeggiare per strade deserte, sentire il chiocciolìo dell'acqua delle fontane, accarezzare gatti pigri e indifferenti.
Naturalmente, siamo stati anche in mezzo alla folla più affollata (a Aix-en-Provence, al mercato di Saint Rémy, a Saintes-Maries-de-la-Mer) ma per fortuna sono stati più i giorni di tranquillità che quelli di confusione.

Ci sono stati anche incontri speciali. Al mercato di Apt (me li sono girati tutti ;-D), che ha anche un marchio di qualitò, ho incontrato Mme Maureau, che ha scritto dei bellissimi libri di ricette provenzali allo scopo di conservare la memoria e la tradizione di questo patrimonio culturale che si sta un po' perdendo, dietro le spinte commerciali e l'immagine un po' stereotipata che certa letteratura e certo giornalismo di viaggio stanno rendendo. E' stata così gentile da farsi fotografare mentre sfoglia il suo libro sui Tians.








E questa è la sua dedica: à Anna, super-cuisinière 4 étoiles... sulla fiducia, naturalmente :-)














C'è stato anche tempo per andare a fare un giro sulla costa: tralasciata Marsiglia, perchè impossibile da visitare in poco tempo e i luoghi alla moda della Costa Azzurra, siamo finiti a Martigues, che viene chiamata la Petite Venise (un'altra! ma quante ce ne sono?) anche se ormai ha solo tre canali e tre ponticelli che congiungono l'Ile alla terraferma. Molto graziosa e piena di ristoranti che propongono moules et frites. Noi li abbiamo scansati e abbiamo pranzato in una sorta di pescheria che offriva anche meravigliosi piatti di frutti di mare crudi.


Se si vuol giocare al vero turista provenzale, serve tutto l'armamentario d'ordinanza: il paniere di paglia per andare a fare la spesa al mercato, il cappello per ripararsi dal sole, il café alongé e il pastis. Mancano il vestitino a fiori (è dall'altra parte della macchina fotografica) e i sandali piatti di cuoio (idem...). Se a fotografare è un uomo, ci vogliono i bermuda larghi, di colore neutro, e una camicia bianca, portata fuori dai pantaloni... se poi qualcuno mi fa anche il favore di accendersi un sigaro... :-)












Ho anche scoperto i piaceri del vino, grazie al rosé. Qua da noi è considerato un vino di seconda categoria, un rosso annacquato: in Provenza ce ne sono a decine, tutti più o meno fantastici (d'accordo, non è un giudizio molto tecnico, ma io ho cominciato a bere vino tre giorni fa, perdonatemi...). Fruttati, profumati, con un colore che invoglia a berli solo a guardarlo... d'ora in poi, chiamatemi astemia selettiva :-)







Io sono tendenzialmente vegetariana, nel senso che posso fare a meno della carne per settimane intere senza sentirne affatto il bisogno o la mancanza. Quella rossa, poi, compare sulla mia tavola non più di un paio di volte all'anno. Ma non ho resistito a questa tartare de taureau, condita benissimo con un sacco di erbe profumate (coriandolo e cumino, tra le altre...) e veramente indimenticabile...






L'ultimo giorno di vacanza, mentre stavamo smontando la tenda e buttando cose che non ci servivano più, la signora del campeggio ci ha proposto uno scambio: ci sarebbe piaciuta un po' di vera salsa aioli fatta con le sue manine in cambio del nostro ombrellone vecchio e un po' di tazze di plastica? Sempre che non vi offendiate, ha aggiunto... Offendersi? Mai mangiata una cosa così buona... e mi ha dato pure la ricetta :-)













Aioli non è solo il nome della salsa, ma anche del ricco piatto al quale si accompagna: mi hanno detto che si mangia solitamente al venerdì e può comprendere varie verdure e carni o pesce, bolliti e da intingere nella salsa.
Questo è quello che abbiamo mangiato a Lourmarin, un giorno di mercato: oltre alle verdure, c'erano l'uovo sodo, il baccalà lesso e le escargot, naturalmente :-)











Sui mercatini della Provenza è stato scritto e detto di tutto. A me hanno colpito molto quelli un po' più decentrati, dove ci sono più locali e meno turisti. Ci sono meravigliosi vassoi di tapenade, anchoiiade, olive, aglio confit, formaggi e pane: se ne compra un po' e poi ci si stende all'ombra a pranzare. Che serve di più, per essere felici?







A volte, il menu del picnic variava: fougasse con vari condimenti e un vassoietto di fantastici dolci tunisini, grondanti miele e mandorle: una meraviglia!










E questo, è stato il picnic più bello di tutti: seduta sul bordo di un canale a Isle-de-la-Sorgue, i piedi nell'acqua gelida che corre velocemente tra le pareti dove alberi di fico crescono imprevedibilmente sulla pietra. Non c'è spazio per apparecchiare e allora basta appoggiarsi la Routard sulle ginocchia e usarla come tagliere per affettare il salame d'asino... la baguette regolamentare c'è, ma non si vede...

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