Sono le minne di S. Agata, a volte conosciute anche col nome di minne delle vergini, il dolce tipico della festa della patrona di Catania, che si festeggia il 5 febbraio, giusto la settimana prossima.
Le volevo fare da tanto e finalmente oggi, approfittando di una giornata piovosa, a tratti nevosa e sicuramente molto nervosa, mi sono dedicata a quest'opera.
La ricetta è quella del libro, con qualche piccola variante, ma c'è qualcosa da cambiare: mentre la dose del ripieno è perfetta per i 12 stampini che ho usato, quella della pasta è decisamente sovrabbondante, al punto che ci ho ricavato anche una crostata ricciolina.
Comunque, la riporto così come l'ho fatta e vi invito a leggere il libro, che è proprio carino.
Servono:
per la pasta
- 600 gr di farina 00
- 120 gr di strutto
- 3 uova medie (il libro ne chiedeva 2, ma erano decisamente poche)
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- 150 gr di zucchero a velo
per il ripieno
- 600 gr di ricotta di mucca (contro i 500 del libro)
- 100 gr di canditi a dadolini (io ho usato quelli meravigliosi di Apt, che ancora resistono dall'estate scorsa)
- 100 gr di gocce di cioccolato fondente
- 80 gr di zucchero
per la glassa
- 350 gr di zucchero a velo
- 2 cucchiai di succo di limone
- 2 albumi
- un pizzico di sale
ciliegine rosse candite per guarnire
Si comincia col prepare la pasta frolla: incorporare lo strutto alla farina e quando sarà ben distribuito, unire lo zucchero, la vaniglia e le uova e impastare velocemente. Fare la palla e mettere al fresco a riposare, coperto da uno strofinaccio o da pellicola.
Per il ripieno, mescolare la ricotta con lo zucchero, aggiungere i canditi e le gocce di cioccolato distribuendoli bene, poi lasciar riposare per un'ora circa.
Riprendere la pasta, stenderla piuttosto sottile e usarla per foderare 12 stampini semisferici. Riempirli con il ripieno di ricotta, poi chiuderli con un disco di pastafrolla.
Ora, io qui ho fatto un errore: ho letto frettolosamente la ricetta, che diceva di rovesciare gli stampini sulla placca del forno imburrata e infarinata e ho capito che dovevo togliere i dolcetti dallo stampo per cuocerli e così ho fatto. Invece, ad una seconda lettura, l'interpretazione giusta sarebbe stata quella di appoggiarli a faccia in giù sulla teglia, ma tenendoli dentro lo stampo.
Poco male, per fortuna: non è stato lo spatascio che credevo. Il risultato è che le tettine, che dovevano riuscire come palloncini adolescenziali (anche se con un ritocchino di silicone), si sono un po' affrittellate, adeguandosi all'età della pasticcera che le stava preparando...
Si infornano in forno già caldo a 180° e si lasciano cuocere per 45 minuti circa (ma ognuno si regoli col proprio forno, come al solito!): devono dorare leggermente, senza stracuocere.
Appena pronte, farle raffreddare su una gratella da pasticceria.
Preparare la glassa: con le fruste elettriche montare leggermente gli albumi, aggiungere lo zucchero a velo e il succo di limone, continuando a montare fino a quando la glassa diventarà lucida, gonfia e spumosa.
Utilizzarla per ricoprire i dolcetti preparati, spalmandola bene e in abbondanza: la glassa si solidifica in breve tempo, meno di un'ora. Al centro di ogni minna, mettere una mezza ciliegina rossa e appena la glassa si sarà rassodata servire.
Sono molto buone subito, ma, come tutte le frolle, migliorano a star lì.
Il commento della copiona: belline da morire, mi piacciono un sacco. E buone, buonissime! Temevo sarebbero state dolci in modo esagerato e invece no: il cioccolato amaro smorza l'effetto nausea-in-agguato e il limone inasprisce la glassa di quel tanto che serve a renderla gradevolissima.