Ora lo sa il popolo e il comune (cit. Pellegrino Artusi ;-) ) che quello che va sotto questo nome è solitamente una preparazione ricchissima di carni varie, perché si presumeva che il beccaio lo facesse con la tanta roba rimasta invenduta. Credo dunque che il macellaio in questione sia qualche anonimo commerciante che ha passato al compilatore del libro la propria versione.
Quindi, rinomino e aggiusto un po' questo ragu, che è peraltro molto fresco, perché deve cuocere poco e all'occhio di chi - per esempio un romagnolo o un emiliano - sia abituato a sughi rosso cupo o addirittura marroni, dalle lunghe sobbolliture pippianti sull'orlo del fornello, potrebbe sembrare ritirato troppo presto dal fuoco, a nemmeno metà della cottura.
Ho usato:
Tritare la cipolla e la carota e metterle in un tegame con un bicchiere di olio extravergine di oliva e due/tre cucchiai d'acqua. Soffriggere a fuoco medio, mescolando spesso fino a quando il tutto sarà ben dorato.
Aggiungere la carne, rompendo i grumi più grossi con il mestolo di legno e far insaporire bene, mescolando spesso.
Nel frattempo pelare i pomodori, eliminare i semi e tagliarli a dadolini.
Appena la carne sarà ben dorata, ma non secca, unire i pomodori e cuocere incoperchiato per un quarto d'ora.
Aggiustare di sale e pepe, insaporire col peperoncino e unire, un attimo prima di ritirare il tegame dal fuoco, le foglie di basilico spezzettate con le mani.
Usare per condire una qualsiasi pasta secca: la foto mostra il ragu ambientato ;-) in mezzo chilo di penne rigate cotte al dentissimo.
Il commento della copiona: l'idea di mettere del basilico in un ragu mi faceva inorridire. Invece, qui, ci sta benissimo!