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sabato 20 novembre 2010

Coratella di agnello con i carciofi ovvero le stagioni non sono più quelle di una volta

Ora non vorrei dire... ma io ho sempre associato il mangiare agnello e carciofi (anche e soprattutto separatamente) alla primavera. Invece, un paio di settimane fa, ho visto il mercato inondato di carciofi sardi e senza domandarmi se stavo o no facendo qualcosa contro le regole (verdure fuori stagione? tsk tsk tsk, vedo già ditini alzati e sopracciglia sollevate...) me li sono portati a casa.
Alla fine della spesa, ho visto la coratella di agnello: mai cucinata prima e mai mangiata prima, che io mi ricordi, ma preparata insieme ai carciofi l'ho sentita magnificare un sacco di volte. Presa anche quella, perchè, da brava toscana con cognome sardo, il quinto quarto è proprio quello che preferisco.
E comunque ho scoperto che la stagione del carciofo spinoso sardo parte dall'autunno ;-)
Non ho seguito una ricetta particolare, ma ho curiosato qua e là su un po' di libri e alla fine è venuta fuori questa.

Ho usato:
  • 1 coratella di agnello intera
  • 6 grossi carciofi
  • strutto di maiale
  • prezzemolo
  • un limone
  • sale e pepe

I carciofi vanno puliti come al solito (devo spiegarlo o lo sapete tutti? lo sapete tutti :-D ), tagliati in due o in quattro e man mano buttati in una ciotola contenente acqua fredda e succo di limone. Io dei carciofi uso anche i gambi: tagliati a pezzetti e sbucciati degli strati più duri, sono forse la parte più buona.
La coratella l'ho passata velocemente sotto l'acqua e l'ho tagliata a pezzetti.
Ho sciolto lo strutto, in quantità adeguata, in due padelle diverse: in una, ho fatto cuocere i carciofi e nell'altra la coratella a pezzi.
Poco prima del termine della cottura, ho riunito il contenuto delle due padelle in una sola, ho aggiustato di sale e pepe e finito di cuocere.
Un attimo prima di andare in tavola, ho bagnato col succo di limone e finito col prezzemolo tritato.

Il commento della copiona: va servito bollente, subito dopo averlo fatto e meglio se nel tegame di cottura, perché è un piatto familiare che ha bisogno di pochi salamelecchi estetici. E' ovviamente una preparazione robusta, che può apparire addirittura rozza, ma non è per niente pesante. Se piacciono le frattaglie, è una delizia da provare. Ma anche se non piacciono: io l'ho condiviso con mio marito, che non ama affatto questo genere di piatti e lo ha apprezzato moltissimo.

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