domenica 27 marzo 2011

Arance alla griglia per contorno o antipasto (ricetta buffa!)

In una giornata senza spesa fatta e intanto che cercavo le istruzioni per tutt'altro piatto, sono inciampata in questa buffissima ricetta, contenuta nel libro "La cucina delle Marche" di Alessandro Molinari Pradelli.
Mi pare piuttosto strana, come attribuzione geografica, ma tant'è: aveva tutte le caratteristiche necessarie per incuriosirmi e farmi venir voglia di provarla seduta stante.
L'originale prevedeva la cottura su braci di legna o di carbone: io le ho cotte in una pirofila, in forno caldissimo e con il grill.

Ho usato:
  • due grosse arance sanguinelle
  • un ciuffo di prezzemolo
  • uno spicchio d'aglio
  • una fetta di pane raffermo
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe

Ho acceso il forno a 250°.
Ho lavato le arance, le ho asciugate, tagliate a metà e svuotate all'interno, raccogliendo polpa e succo in una terrina.
Ho tritato con la mulinetta il prezzemolo, l'aglio e il pane e l'ho mescolato con la polpa delle arance un po' tagliuzzata con le forbici. Ho aggiustato di sale e pepe e condito con un po' di olio.
Ho distribuito il composto nelle scorze di arancia svuotate e ho dato ancora un filo d'olio.
Ho acceso il grill e infornato per una quindicina di minuti.
Ho servito subito, ben calde.

Il commento della copiona: proprio buone! Il libro le metteva tra gli antipasti, ma io le vedo più ad accompagnare grigliate di carni robuste e dal sapore deciso, come agnello, castrato e maiale, in modo che l'agrume sgrassi bene la bocca.

Risotto alle erbe aromatiche e scorza di limone (ho fatto la spesa in giardino)

Stavo pensando che ho cucinato molto poco, questo mese di marzo. Un po' la primavera, che mi fa venir voglia di stare più all'aperto e meno ai fornelli... un po' il lavoro, che non mi ha lasciato neanche lo spazio per respirare... un po' qualche pensiero di troppo, che neanche la cucina aiuta a mandar via...
Dopo una settimana sempre fuori, avevo proprio voglia rilassarmi un po', ma nessuno aveva fatto la spesa ieri e quindi avevo immaginato un piatto di spaghetti al pomodoro, visto che per far quelli gli ingredienti in casa ci sono sempre.
Poi stamattina sono uscita per una passeggiata in campagna e ho sentito i primi odori della bella stagione: erba tagliata, in primo luogo, che mi ha ispirato questo risotto.
Per fortuna il giardino è ben rifornito di erbe aromatiche di ogni genere ed è stato naturale andare a fare la spesa lì. Il riso carnaroli - fantastico! - è un regalo della mia amica Babette.
Le dosi sono completamente spannometriche, perchè non ho pesato né misurato nulla.

Ho usato:

  • riso carnaroli, circa 500 gr
  • burro
  • 1/2 cipolla
  • brodo di pollo, due litri circa
  • erbe aromatiche: erba cipollina, maggiorana, rosmarino, prezzemolo
  • la scorza gialla di due limoni non troppo grandi

Ho lavato, asciugato e tritato nella mulinetta le erbe aromatiche insieme alla scorza dei limoni, prelevata col pelapatate e ho tenuto il tutto da parte.
Ho tritato la cipolla e l'ho soffritta con un pezzetto di burro, poi ho buttato il riso e ho stufato un paio di minuti.
Ho cominciato a versare brodo caldo e ho portato a metà cottura; a quel punto ho aggiunto il trito di erbe e scorza di limone.
Ho continuato a bagnare col brodo, mescolando di tanto in tanto, fino a quando il riso, all'assaggio, è risultato cotto ma ben al dente (se c'è una cosa che detesto è il riso sfatto...).
Ho mantecato con un altro pezzetto di burro e lasciato riposare qualche minuto prima di servire.
A tavola, qualcuno ha aggiunto il parmigiano grattugiato e qualcuno no.

Il commento della copiona: semplice, profumato, delicato.

giovedì 17 marzo 2011

Tajine di agnello e spinaci al curry

Continuo a produrre piatti con la tajine, perchè ho scoperto che mescolando carne a pezzetti, verdure che ci sono sottomano e spezie a sentimento, vengono fuori delle meraviglie di comfort food, perfette per mettere a tavola alla svelta la famiglia intanto che si fa altro.
Non serve assistere la cottura: basta regolare il gas e il piatto si fa da sé: una meraviglia.

Ho usato:

  • polpa di agnello a pezzetti, circa 800 gr
  • 1 cipolla
  • 1 kg di spinaci surgelati (ahimé, oggi giorno di festa e ieri sera spesa frettolosa...)
  • 250 gr di ceci già cotti
  • spezie per curry mild
  • curcuma
  • olio extravergne di oliva
  • sale

Ho condito bene la carne con abbondante curry e sale e ho lasciato insaporire.
Nel frattempo, ho affettato la cipolla e l'ho messa, con poco olio, dentro la tajine appoggiata sulla retina spargifiamma sul gas (teoricamente si potrebbe anche mettere direttamente sulla fiamma, ma better safe than sorry....).
Dopo qualche minuto di rosolatura, ho unito la carne e lasciato insaporire per una decina di minuti, a pentola scoperta e mescolando di tanto in tanto.
Ho poi appoggiato sopra la carne gli spinaci ancora surgelati, ho aggiunto un po' di sale, ho incoperchiato e lasciato cuocere per circa 3/4 d'ora, mescolando di tanto in tanto.
Ho poi aggiunto i ceci già lessi, riinconperchiato e lasciato cuocere ancora un quarto d'ora circa.
Ho assaggiato che la cottura fosse a posto, che il sale fosse giusto e ho aggiunto della curcuma, ma solo per dare colore.
Ho spento il gas e lasciato riposare, coperto per circa 15 minuti prima di portare a tavola.

Il commento della copiona: in casa mia l'agnello è vietato, perchè non piace a nessuno. Ma fatto in questo modo, invece, è piaciuto a tutta la famiglia. Ottimo, da riproporre!

martedì 8 marzo 2011

Ce n'est qu'un début

Non so se ci avete fatto caso, ma da qualche giorno, qua sulla destra, appare il feed da un nuovo blog, Le stanze di Eva, al quale collaboro - immeritatamente - con contributi su libri e rassegna stampa.
No, nelle Stanze non scrivo di cucina - a quello ci pensa Mario - perchè la vita non finisce tra i fornelli.
Perchè soprattutto adesso bisogna stare vigili e attenti, più che mai, sulla condizione femminile e sugli stereotipi che accompagnano, spesso, i comportamenti maschili.
Io non ho vissuto gli anni del femminismo militante in prima persona, perchè ero troppo giovane e perchè ero impegnata in altro.
E - confesso- ho sempre guardato con una punta di irritazione a certe rivendicazioni e affermazioni che mi parevano inutili. Perchè io sono una donna privilegiata.
Tutti gli uomini che sono entrati nella mia vita, lasciandoci una traccia profonda, mi hanno sempre considerata una persona che vale per quello che è, indipendentemente dal genere.
Sono cresciuta in una famiglia dove mio nonno (classe 1881) cucinava e dove mio padre badava a se stesso e alla casa.
Non ricordo di aver avuto né esempi né contatti con uomini che consideravano le donne - tutte le donne - come esseri inferiori dai quali farsi servire.
Il mio percorso fortunato è proseguito con un uomo col quale sono felicemente sposata da 27 anni e col quale condivido la strada e le faccende domestiche.
I miei due figli maschi sono totalmente e assolutamente in grado di gestirsi in modo indipendente da me e non solo adesso che sono adulti, ma fin da quando erano piccoli, perchè sono stati incoraggiati a farlo.
Naturalmente, il rispetto per la donna non finisce nell'aiutarla a passare l'aspirapolvere o nel lavare i piatti al posto suo: ma un uomo che non si sentirà degradato o svilito nel fare queste cose sarà un uomo migliore.
Un pizzicotto anche alle mie amiche, però...
Eleanor Roosevelt, donna dalla vita e dalla biografia sorprendente, lasciò ai posteri molte citazioni citabili e largamente saccheggiate dai giornali femminili, tra le quali la celebre "Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso".
Ecco, amiche che vi lamentate di essere circondate da uomini inetti, incapaci, bastardi, che vi sfruttano, vi disprezzano, vi spezzano il cuore, vi svuotano il portafogli... nessuno di questi potrebbe fare quello che fa se non avesse il vostro permesso per farlo.

Buon 8 marzo! Ce n'est qu'un début!

domenica 6 marzo 2011

Torta di ricotta e albicocche

Mi sono accorta di avere in casa una quantità spropositata di albicocche secche, di quelle morbide, che mi piacciono in modo indicibile.
Quindi mi sono messa alla ricerca di piattini per usarle in modo diverso dal semplice consumarle come se fossero pasticcini.
Questa, con qualche piccola variante, viene dalla Cucina del Corriere della Sera.

Servono:

  • 250 gr di farina
  • 250 + 50 gr di ricotta
  • 200 + 30 gr di zucchero
  • 200 gr di albicocche secche
  • 50 gr di burro fuso e lasciato raffreddare
  • 3 uova
  • 1 bustina di lievito
  • 4 cucchiai di latte
  • la scorza grattugiata di un limone
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 pizzico di sale

Far rinvenire le albicocche in poca acqua tiepida.
Accendere il forno a 170°.
Nel frattempo, lavorare 250 gr di ricotta con 200 gr di zucchero e il latte, aggiungere il burro, la scorza di limone, la vaniglia e le uova, una alla volta e amalgamare bene.
Setacciare la farina con il lievito e il sale, unire al composto di ricotta e uova e mescolare brevemente col cucchiaio di legno, quel tanto che basta per amalgamare il tutto.
Rovesciare il composto in una teglia antiaderente ben unta (io ne ho usata una quadrata da 22x22 cm), distribuirvi sopra la ricotta restante e le albicocche scolate dall'acqua, asciugate velocemente con carta da cucina e stagliuzzate.
Spolverizzare con il rimanente zucchero e infornare per 40-45 minuti (regolarsi col proprio forno).
Sfornare, far raffreddare e rovesciare sul piatto di portata.

Il commento della copiona: umida e molto gradevole.

Pollo alle albicocche secche

Questa l'ho presa da una rivista italiana che non citerò (per farle un favore...) perchè la ricetta, così come scritta in originale, è palesemente sbagliata nelle dosi e nei tempi.
Questo, come ho scritto parecchie volte, è frequentissimo e ogni volta mi domando come possano continuare a vendere, queste riviste, visto che ogni volta (càpita di rado per fortuna, perchè non le compro mai) che ne punto una, questa è da rivedere pesantemente.
Quindi, metto le mie dosi e il mio procedimento.
Ma per chi vuole, sono a disposizione per fare nomi e cognomi :-)

Ho usato:

  • circa 800 gr di petto di pollo tagliato a bocconcini
  • 150 gr di albicocche secche
  • mezzo bicchiere di porto secco ruby
  • 1 foglia di alloro
  • 1 rametto di rosmarino
  • poca farina
  • 1 cucchiaio di senape all'antica (moutarde à l'ancienne)
  • 30 gr di burro
  • circa 1 litro di brodo di pollo

Ho tagliato le albicocche a metà con le forbici e le ho messe a rinvenire nel porto per una mezz'ora.
Nel frattempo, ho infarinato i bocconcini di pollo e li ho fatti dorare in padella col burro, il rosmarino e l'alloro.
Ho salato e ho aggiunto le albicocche insieme al porto e, una volta che questo è evaporato, ho aggiunto la senape e bagnato col brodo caldo.
Ho fatto cuocere a fuoco medio e tegame scoperto per circa 25 minuti, fino a quando il pollo è risultato cotto e il sughetto ristretto al punto giusto.
Servire subito ben caldo.

Il commento della copiona: buono buono! Ci sarebbe stato benissimo del prezzemolo tritato, aggiunto all'ultimo per dare altra freschezza al piatto, ma non ce lo avevo, il che costituisce un ottimo motivo per rifare il pollo con questa variante.

Vellutata di patate e pane (Potage chiffonne) - ricetta con dedica

L'altra passione della cuoca che copia è la lettura, come forse si è intuito.
Mi piace leggere, mi piace possedere libri e mi piace - da morire! - passare ore nelle librerie, meglio se quelle non appartenenti a grande catene.
Quando vado all'estero non manco mai di frugare nei reparti dedicati alla cucina: se conosco la lingua del paese, faccio sempre belle scorte. Se non la conosco, si trovano comunque testi tradotti dei quali vale la pena di valutare l'acquisto.
Ho adorato questa ricetta immediatamente dopo averla letta in un piccolo libro di cucina belga, intitolato 200 recettes du terroir, comperato in una bella e grande libreria di Bruxelles, proprio in faccia all'ambasciata americana.
A chi solleva il sopracciglio commentando: "ma che bisogno c'è di andare a copiare la cucina belga visto che viviamo nel paese con la miglior cucina del mondo?", rispondo che la curiosità in cucina e a a tavola è una delle benedizioni più grandi che mi siano capitate.

Questa ricetta è dedicata a Sonia :-)

Servono:

  • 500 gr di patate (peso già pulito e pronto per l'uso)
  • 300 gr di pane raffermo (meglio il toscano senza sale)
  • 3 litri d'acqua
  • 30 gr di burro
  • 1 bel ciuffo di prezzemolo tritato
  • 1 grossa cucchiaiata di panna acida o di panna densa da cucina addizionata a un cucchiaino di yoghurt oppure, in alternativa, 1 grossa cucchiaiata di yoghurt intero
  • sale e pepe

Tagliare a pezzi le patate e metterle in pentola con l'acqua. Salare.
Cuocere mezz'ora, poi aggiungere il pane tagliato a pezzi (crosta e mollica) e cuocere per un'ora, mescolando spesso perchè tende ad attaccarsi al fondo (indovinate come faccio a saperlo?).
Nel frattempo, mettere in una zuppiera il burro a pezzetti, la panna (o lo yoghurt) e il prezzemolo tritato.
Trascorso il tempo di cottura, passare al vellutata nel frullatore o col minipimer, fino a renderla perfettamente liscia.
Versarla nella zuppiera, mescolare bene, aggiustare di sale e servire subito, con pepe nero macinato al momento.

Il commento della copiona: la tipica ricetta no-frills che mi piace e mi diverte fare.
Pochi ingredienti, che potrebbero anche lasciare un po' scettici (possibile che da pane bollito in acqua venga fuori qualcosa di più palatabile di un pastone per polli?), preparazione semplice e - interessantissimo - il fatto che si possa usare pane duro o addirittura raffermo: un modo furbo e diverso per evitare sprechi.
Deliziosa!

sabato 5 marzo 2011

Patate arrosto al grasso d'anatra

Non so più dove avevo letto una volta che era stata sperimentata e codificata la ricetta delle Patate Arrosto Perfette, il cui Ingrediente Magico sembrava fosse il grasso d'oca.
Ho trovato, sepolto in frigo, un barattolo di grasso d'anatra comprato in Francia la scorsa estate e ho fatto finta di non sapere che canard non significa oca.
Sempre in omaggio alla douce Provence, dove mi sono approvvigionate di cose buone e utili, ho cotto queste patate nel tian, il grande piatto di terracotta fatto apposta per andare in forno.
Le ho fatte domenica scorsa, ma poco importa...

Ho usato:

  • patate da fare arrosto
  • 2 cipolle
  • grasso d'anatra
  • spezie (sempre quello da pollo arrosto della tajine di pollo e porri, ma anche semplice sale e pepe andranno benissimo)

Accendere il forno a 220°.
Mettere sul gas una retina spargifiamma, appoggiarvi sopra il tian con due belle cucchiaiatone di grasso d'anatra e farlo sciogliere (leggasi: far sciogliere il grasso e non il tian, ovviamente... :-D ).
Pelare le patate, tagliarle a pezzi, lavarle e asciugarle.
Pelare le cipolle e tagliarle in quattro. Metterle nel tian, insieme alle patate, insaporirle con le spezie o con sale e pepe e mescolarle bene.
Mettere il tian nel forno già bel caldo e cuocere per il tempo necessario: un'ora circa, ma dipende dalla qualità delle patate.
Evitare di mescolare in cottura, ma scuotere il tian di tanto in tanto.
Servire subito, caldissime.

Il commento della copiona: non so se sono le Perfette, ma erano veramente spettacolari.

Tajine di pollo e porri

Visto che la tajine intesa come pentola è tornata fuori dalla sua Hammamet (il garage dove era stata esiliata), l'ho usata ancora una volta per mettere insieme, velocemente, un pranzo improvvisato con quel che c'era in casa.

Ho usato:

  • 1 cipolla dorata
  • 4 porri
  • circa 800 gr di polpa di pollo a pezzi (cosce, meglio del petto)
  • olio extravergine di oliva
  • spezie (io ho usato un misto di spezie per pollo arrosto)
  • sale e pepe, a piacere

Ho affettato le cipolle e i porri e li ho messi nella tajine insieme a un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva: non di più, perchè poi il pollo lascerà già un po' di unto pure lui.
Ho fatto soffriggere qualche minuto, poi ho disposto sul fondo di porri il pollo a pezzi, precedentemente ben condito con le spezie.
Dopo qualche minuto di rosolatura da un lato, ho girato il pollo e ho incoperchiato.
Ho cotto una quarantina di minuti e ho dato una mescolata.
Se il fondo di cottura fosse troppo liquido, si può cuocere ancora qualche minuto senza coperchio, in modo da restringerlo, ma senza farlo asciugare eccessivamente.
Aggiustare di pepe e sale, se serve, e servire subito: buono per esempio col puré di patate o con riso al vapore.

Il commento della copiona: buonissimo!