domenica 28 novembre 2010

Crostini caldi di spinaci e stracchino e crostini caldi di parmigiano e aceto balsamico

Rubo ancora da Letizia Nucciotti due ricette velocissime per preparare dei crostini caldi.
L'Antichef mette le dosi precise, noi qui abbiamo fatto il piatto a sei mani: i miei figli mescolavano e io aggiungevo ingredienti... quindi sono spannometriche.
Rimando - di nuovo - al libro per le dosi esatte.


Ho usato:

per i crostini agli spinaci:
  • spinaci cotti a vapore, strizzati e tritati
  • aglio
  • olio extravergine di oliva
  • stracchino
  • parmigiano reggiano grattugiato
  • sale
  • pane toscano
per i crostini di parmigiano e balsamico:
  • parmigiano grattugiato
  • aceto balsamico tradizionale
  • aceto balsamico tarocco
  • olio extravergine di oliva
  • pane toscano

Ho acceso il forno a 150° ventilato.
Per i primi, ho messo in una padella un po' di olio e due spicchi d'aglio interi (si possono anche tritare, ma in casa mia protestano... quindi, niente) e ci ho fatto saltare gli spinaci tritati.
Nel frattempo, in una ciotola si ammorbidisce lo stracchino con una forchetta, si aggiungono il parmigiano grattugiato e poi gli spinaci, salando a gusto.
Si spalma il composto su pezzettini di pane toscano e si inforna per 10-15 minuti.

I secondi si preparano in questo modo: si mette in una ciotola il parmigiano grattugiato e si aggiungono, un po' alla volta, aceto balsamico tradizionale, aceto balsamico tarocco (più liquido) e olio extravergine di oliva, fino ad ottenere una crema morbida.
Anche questa si spalma sul pane e i crostini così ottenuti si infornano per lo stesso tempo.

Il commento della copiona: buoni buoni buoni!

Spezzatino di prosciutto fresco all'ananas

Cosa non si fa per svuotare la dispensa dagli accumuli di Ingredienti Imperdibili comprati in giro...
Per questo piatto, mi sono ispirata a varie cose lette qua e là.
Grazie ad Adriana che mi ha fatto tornare la voglia di usare il bimby per fare il puré :-)

Ho usato:
  • circa 800 gr di prosciutto fresco (in pratica, un pezzo di coscia di maiale... non il prosciutto crudo stagionato!)
  • 250 gr di yoghurt bianco intero
  • 1 limone
  • spezie a piacere (io ho usato un misto Cajun, profumatissimo e molto spicy)
  • paprika dolce
  • 1 barattolo di ananas al naturale (o anche allo sciroppo, se piace)
  • una noce di burro
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe

Si taglia la carne a pezzettini, si mette in una terrina e si aggiungono lo yoghurt, il succo di limone, le spezie, sale e pepe. Si mescola accuratamente e si mette a marinare al fresco per almeno sei ore: quindi, calcolare il tempo necessario prima di preparare il piatto!
Poco prima di andare in tavola, sgocciolare l'ananas e tagliarlo a dadi: conservare il liquido del barattolo.
Contemporaneamente, scaldare in una padella qualche cucchiaio d'olio e farvi cuocere la carne a fuoco medio fino a quando i liquidi sono quasi del tutto evaporati. Spolverizzare di paprika dolce (più che altro per dare colore: si può usare anche la curcuma o anche niente). Aggiungere a questo punto il liquido dell'ananas tenuto da parte e continuare la cottura fino a quando si sarà consumato.
Sciogliere il burro in un'altra padella e dorarvi i pezzi d'ananas: occorre lavorare in modalità multitasking, in modo che la carne e l'ananas siano pronti nello stesso momento.
Servire ben caldi, accompagnati per esempio da un puré di patate alle scorze di limone.

Il commento della copiona: buonissimo e molto gradito a tutta la famiglia!

Bavarese ai marrons glacés fatta nel bimby ovvero Le gateau ivre

Piove. E capirai che novità...
Invece di uscire di casa, mi trastullo su Facebook e parlo con le mie amiche disseminate in giro per l'Italia.
Dedico a Claudia questa bavarese, per ricambiarla del MERAVIGLIOSO "le gateau ivre" col quale ha commentato le chiacchiere su questo dessert.


Ho usato:
  • 3 uova
  • 80 gr di zucchero
  • 10 gr di colla di pesce
  • 200 gr di latte
  • 250 gr di panna liquida
  • 150 gr di marrons glacés
  • 130 gr di confettura vanigliata di marroni
  • rhum bianco
  • un pizzico di sale

Ho messo la colla di pesce ad ammollarsi in poca acqua fredda e nel frattempo ho preparato la base di crema, mettendo nel bimby i tuorli con lo zucchero e lavorando per circa un minuto a velocità 6.
Ho aggiunto il latte e un pizzico di sale e ho frullato ancora per un minuto a vel. 6.
Poi ho cotto per 5 minuti a 80° e vel 4.
Al termine, ho aggiunto la colla di pesce strizzata e ho frullato ancora per un minuto a vel. 6, senza temperatura.
Ho tolto il coperchio e messo a raffreddare sul terrazzo: chi non ha il terrazzo, metta a raffreddare dove preferisce :-).
Appena freddo, ho messo nel boccale la confettura di marroni e 3 cucchiai di rhum: ho frullato tutto benissimo per circa 1 minuto a vel. 6.
Ho versato questa crema in una terrina, ho montato la panna e l'ho incorporata delicatemente.
Ho sbriciolato circa 3/4 dei marrons glacés con le mani (pezzi non troppo piccoli, sono buoni da sentire sotto i denti) e li ho uniti al composto.
Tutto questo, è finito in uno stampo scannellato bagnato col rhum e messo a raffreddare in frigo.
Al momento di servire, ho rovesciato su un vassoio e decorato con i marrons glacés superstiti (termine giusto... li ho dovuti difendere dagli attacchi di chi se li voleva mangiare così com'erano...).

Chi non ha il bimby, metta in atto un processo di reverse engineering e prepari una semplice crema inglese nel pentolino, poi aggiunga il resto degli ingredienti usando lo strumento che più gli/le si confà :-)

Il commento della copiona: di ricette di bavaresi ai marrons glacés ce ne sono n+1 in circolazione, soprattutto in questo periodo. Questa è un assemblaggio di idee trovate qua e là. L'adattamento al bimby è dovuto solo alla pigrizia che mi ha colto in questa mattina di pioggia e di poca voglia di complicarmi la vita :-)

Workshop di Cucina Erotica, ovvero manutenzione ordinaria degli skill di base

Bacchettoni, perbenisti, disinteressati ai piaceri della vita prego ASTENERSI DALLA LETTURA.
Tutti gli altri si considerino avvertiti che questo genere di esperienze può dare assuefazione, stimolare la curiosità, invogliare a proseguire nella ricerca di nuovi modi di provare felicità e benessere. Fine delle avvertenze.



Ieri, pomeriggio di chiacchiere e cucina a Bologna, in un posto assolutamente adorabile e imperdibile: il Betty&Books di via Rialto dove, guidate da due maestre simpatiche e bravissime, la Copiona e due amiche si sono ancora più addentrate nei meandri del binomio cucina&erotismo.
Il worshop si intitolava "L'imbarazzo ce lo cuciniamo" e fa parte di un progetto più complesso.
Abbiamo cucinato, chiacchierato, giocato e imparato alcune ricette veramente fantastiche, preparate insieme alle Maestre Anna e Betta di Culinaria Sexysapori.
Le ricette seguiranno, per adesso un po' di foto :-)
Questa era la base per la bavarese di carciofi e gamberi.
Abbiamo giocato con le consistenze, i contrasti e i sapori pronunciati: il dolcissimo, squisito ripieno dei peperoncini confit, piccanti assassinati. E c'è chi coraggiosamente se ne è mangiati tre di fila, col risultato che gli occhi brillavano come mai prima: addirittura meglio di un bacio sul collo all'improvviso....
E queste mani, dal perfetto manicure, che assaggiano un'altra delizia: grissini ripieni e spolverizzati di semi di nigella. Esattamente a metà c'è un segnetto, fatto con un po' di ripieno, perchè questi grissini vanno mangiati in due: uno comincia da un lato e uno dall'altro... il primo che raggiunge la metà ha vinto.
Eccoli, i peperoncini che fanno brillare gli occhi!
La Copiona si è rimessa in modalità astemia selettiva e ridarella... i risultati di tale felice coincidenza si vedono immediatamente nei risultati delle foto....
Ancora mani al lavoro per riempire i peperoncini (si è capito che mi sono piaciuti da morire?)

Eccole, le nostre maestre, sullo sfondo del sexy murale di Betty & Books
I gamberi, sensualissimi....
C'est fini... ma com'è stato bello!
Anzi no, non è finito! C'è ancora spazio per pomodori ciliegini caramellati e cosparsi di granella di nocciola: spettacolo! E lo stesso per l'uva, solo caramellata, questa...

E... cosa sarà mai questo?

Manca il caffè scorretto... seguirà documentazione, se pubblicabile :-)

E manca anche la cosa che mi è piaciuta più di tutte: la senapata di radicchio rosso... fantastica!
Una pâte à tartiner dove NON si usa il pane come base per la spalmatura... temo esista una foto, di questa... potrei essere ricattabile...

Il commento della copiona: c'è poco da commentare, no? ;-)

sabato 20 novembre 2010

Lasagne ricce ripiene

Anche questa è di un po' di tempo fa: visto che oggi sono troppo stanca e demotivata per cucinare, trascrivo pigramente e molto lentamente ricettine realizzate in giornate di cucina furiosa e troppo abbondante perché avessi anche il tempo per pubblicarle dopo averle preparate.
Questa l'ho fatta occhiometricamente e usando cose che avevo in casa.

Ho usato:
  • 12 lasagne larghe ricce (le uniche che trovo sono quelle della De Cecco)
  • circa 500 gr di spinaci freschi cotti al vapore
  • 250 gr di ricotta
  • 2 carote tagliate a julienne
  • 1 uovo
  • 1 mozzarella
  • ragu di carne
  • un bicchiere di latte
  • sale e pepe

Le lasagne vanno scottate per 4 minuti in acqua salata a bollore, poi scolate e messe ad asciugarsi su una tovaglia pulita (ovvio...), che sia stata lavata con detersivi senza profumi.
Nel frattempo si prepara il ripieno, lavorando in una zuppierina la ricotta, aggiungendo poi gli spinaci ben strizzati e tritati, la julienne di carote e legando con l'uovo. Salare e pepare: lo specifico, perchè io sono assolutamente incapace di questa operazione e sulla mia tavola c'è sempre il sale - contro ogni buona norma di galateo - visto che mi dimentico SEMPRE di aggiungerlo mentre preparo. E vabbè...
Distribuire il ripieno sulle lasagne, arrotolare e metterle in una pirofila imburrata, con il lato aperto verso il basso (mi sarò spiegata? ma sì, dai...).
Ho versato il latte negli spazi tra una rotolino e l'altro: in cottura si assorbirà e renderà morbida la pasta.
Ho distribuito sui rotolini il ragu di carne (perché avevo quello... ma ci starebbe benissimo anche una salsa di pomdoro semplice) e poi la mozzarella tritata.
Ho infornato per una quarantina di minuti a 180° ( ma regolarsi col proprio forno come sempre), poi lasciar riposare qualche minuto e servire in tavola.

Il commento della copiona: semplici e buone, se ci si ricorda di salare il ripieno ;-)

Coratella di agnello con i carciofi ovvero le stagioni non sono più quelle di una volta

Ora non vorrei dire... ma io ho sempre associato il mangiare agnello e carciofi (anche e soprattutto separatamente) alla primavera. Invece, un paio di settimane fa, ho visto il mercato inondato di carciofi sardi e senza domandarmi se stavo o no facendo qualcosa contro le regole (verdure fuori stagione? tsk tsk tsk, vedo già ditini alzati e sopracciglia sollevate...) me li sono portati a casa.
Alla fine della spesa, ho visto la coratella di agnello: mai cucinata prima e mai mangiata prima, che io mi ricordi, ma preparata insieme ai carciofi l'ho sentita magnificare un sacco di volte. Presa anche quella, perchè, da brava toscana con cognome sardo, il quinto quarto è proprio quello che preferisco.
E comunque ho scoperto che la stagione del carciofo spinoso sardo parte dall'autunno ;-)
Non ho seguito una ricetta particolare, ma ho curiosato qua e là su un po' di libri e alla fine è venuta fuori questa.

Ho usato:
  • 1 coratella di agnello intera
  • 6 grossi carciofi
  • strutto di maiale
  • prezzemolo
  • un limone
  • sale e pepe

I carciofi vanno puliti come al solito (devo spiegarlo o lo sapete tutti? lo sapete tutti :-D ), tagliati in due o in quattro e man mano buttati in una ciotola contenente acqua fredda e succo di limone. Io dei carciofi uso anche i gambi: tagliati a pezzetti e sbucciati degli strati più duri, sono forse la parte più buona.
La coratella l'ho passata velocemente sotto l'acqua e l'ho tagliata a pezzetti.
Ho sciolto lo strutto, in quantità adeguata, in due padelle diverse: in una, ho fatto cuocere i carciofi e nell'altra la coratella a pezzi.
Poco prima del termine della cottura, ho riunito il contenuto delle due padelle in una sola, ho aggiustato di sale e pepe e finito di cuocere.
Un attimo prima di andare in tavola, ho bagnato col succo di limone e finito col prezzemolo tritato.

Il commento della copiona: va servito bollente, subito dopo averlo fatto e meglio se nel tegame di cottura, perché è un piatto familiare che ha bisogno di pochi salamelecchi estetici. E' ovviamente una preparazione robusta, che può apparire addirittura rozza, ma non è per niente pesante. Se piacciono le frattaglie, è una delizia da provare. Ma anche se non piacciono: io l'ho condiviso con mio marito, che non ama affatto questo genere di piatti e lo ha apprezzato moltissimo.

mercoledì 10 novembre 2010

Metti un finocchio a cena - Buon appetito, Mr B!


Molto volentieri aderisco all'iniziativa lanciata da un gruppo di bloggers (che ringrazio per avermi invitata a partecipare - qui ci sono maggiori informazioni) di dedicare la giornata di oggi alla lotta contro l'omofobia, che pare affliggere il nostro sciagurato Paese più che mai.
Di solito non partecipo ad iniziative di questo genere, ma questa volta il tema mi tocca molto, perchè qualsiasi forma di discriminazione e persecuzione operata da quelli che si ritengono "normali e nel giusto" nei confronti di chi reputano "anormali, sbagliati, malati" mi è odiosa in modo insopportabile.
Con ancora nelle orecchie l'elenco delle denominazioni per un omosessuale (curioso, ora che ci penso quei nomi valgono solo per i maschi - per le omosessuali femmine la quantità è assai limitata...) letto da Nichi Vendola (chi se lo fosse perso, lo può vedere qui) do il mio sostegno convinto: chi mi conosce, sa che non è un'esposizione che vale solo per oggi.
Trovandomi in giro per lavoro, non sono in grado di prepare e pubblicare una ricetta a base di finocchio ma credo che il pensiero basti, in questo caso.

Una risata li seppellirà, questi ridicoli omuncoli che si credono prescelti, privilegiati e benedetti, che sbandierano il disvalore dell'omofobia con orgoglio ostentato.

Io, personalmente, preferisco gli uomini. E anche le donne, tiè.

Io preferisco le persone.

E comunque, meglio, molto meglio, essere felici. :-)

domenica 7 novembre 2010

Polenta nella slowcooker con sugo di salsiccia e funghi

La polenta fatta nella slowcooker è una di quelle trovate che mi hanno riconciliato con questo piatto. Io sono un po' stufarola, in cucina e il pensiero di dover star lì a girare per quaranta minuti col mestolone proprio non mi attira.
Invece, in questo modo, tutto quello che serve è ricordarsi di metterla su tre ore prima dell'ora di andare a tavola e di girare due volte durante la cottura.
L'avevo già descritta qui, ma la riporto di nuovo per comodità.
Il sugo infine: è un intingolo più che altro e la polenta diventa la scusa per appoggiarcelo sopra.
Questa ricetta è dedicata alla mia nuova amica Deborah, che dalle Antille Olandesi mi fa sapere che là la polenta si chiama funchi e che, condita con i funghi, diventa un piatto con un nome divertente :-)

Ho usato:
  • 300 gr di farina di mais bramata a grana grossa
  • 1,500 lt di acqua bollente
  • sale
  • olio extravergine di oliva
  • 4 salsicce
  • 800 gr di funghi surgelati, per la maggior parte porcini
  • prezzemolo
  • 3 spicchi d'aglio
  • vino bianco
  • sale e pepe
  • burro


Per iniziare, ho unto per bene le pareti della slowcooker.
Ho versato l'acqua bollente nella pentola, ho aggiunto un paio di noci di burro, sale.
Ho versato a pioggia la farina, amalgamandola bene con la frusta e poi ho cotto 1 ora su high e due ore su low, mescolando con la frusta una volta ogni ora, circa.
Per l'intingolo, ho fatto soffriggere l'aglio con il prezzemolo nell'olio, poi ho aggiunto la salsiccia sbriciolata e l'ho fatta dorare.
Ho unito i funghi e bagnato con un bicchiere di vino bianco, poi ho incoperchiato e lasciato cuocere per circa 3/4 d'ora (ma assaggiare per sicurezza!)
Ho regolato di sale e pepe e finito con il prezzemolo tritato.

Il commento della copiona: autunnale e confortante :-)

Crostini neri dell'Antichef

In Toscana (perchè questo è un piatto toscano, poche storie: le regioni limitrofe se ne sono appropriate e basta), vengono familiarmente chiamati crostini neri quelli con un impasto a base di fegatini.
Ora, posto che ogni famiglia e ogni ramo di detta famiglia ha la sua ricetta personale e che ognuno ritiene la propria come quella vera, originale e migliore - detto questo, visto che io i crostini neri tradizionali con ricetta di famiglia non li so fare (provato parecchie volte e mai accontentato nessuno...), metto per iscritto quello che sostengo da sempre: ovvero, che i crostini neri migliori del mondo li fa mia sorella.
Non c'è niente da fare: è riuscita a migliorare la ricetta del mio babbo, che era già stratosferica di per sé.
Quindi, siccome non riesco proprio a emularla (e siccome, comunque, i mei figli e mio marito dicono: sì, ma quelli della zia Paola sono più buoni), ho smesso di provarci e ho invece provato questa alternativa dell'Antichef Letizia Nucciotti, che mi ha incuriosito moltissimo per la presenza della mela.

Ho usato:
  • 300 gr di fegatini di pollo
  • 1 mela
  • 2 cucchiai di capperi sott'aceto
  • 8 filetti di acciuga sott'olio
  • prezzemolo
  • olio extravergine di oliva
  • poco brodo di carne, se necessario
  • burro
  • sale e pepe

Ho pulito i fegatini e li ho lasciati un po' sotto un filo d'acqua corrente, poi li ho tritati e messi in un tegame insieme alla mela sbucciata e tagliata a pezzetti, ai capperi, alle acciughe e al prezzemolo. Ho aggiunto olio a occhio e due noci di burro e ho fatto cuocere bene il tutto a fuoco medio per una mezzoretta.
Non si deve asciugare troppo: nel caso, aggiungere un po' di brodo caldo.
Alla fine, ho passato il tutto alla moulinette, in modo da ottenere un composto liscio ed uniforme e ho unito un paio di cucchiai di brodo per renderlo poco più fluido: ma questa aggiunta va fatta ad occhio, se si stima necessaria.
Aggiustare di sale e di pepe: bisogna per forza assaggiare!
Ho abbrustolito in forno delle fettine di baguette (chissà perché, per una volta mi ispirava più questo che non il pane toscano) e le ho spalmate con la crema di fegatini.

Il commento della copiona: molto buoni e destinati a piacere anche a chi non ama le frattaglie in genere, perché sono molto delicati e la mela li addolcisce e stempera il loro sapore forte.

Crostini salsiccia e stracchino


Questi si sono sempre fatti, in casa mia, mescolando semplicemente salsiccia e stracchino.
Però, l'aggiunta di prezzemolo suggerita dall'Antichef Letizia Nucciotti li rende più freschi al palato.

Servono:
  • 300 gr di salsiccia fresca
  • 300 gr di stracchino
  • prezzemolo tritato
  • pane toscano o pugliese

La salsiccia si libera dal suo involucro e si mescola allo stracchino con un cucchiaio di legno, in modo da ottenere un composto morbido. Si incorpora il prezzemolo tritato e si aggiusta di sale,
Con questa pasta si spalmano generosamente delle fette di pane toscano o pugliese, che poi, divise in due o tre parti (io preferisco tre, o addirittura quattro, se le fette sono molto lunghe) verranno appoggiate sulla leccarda del forno.
Si accende il forno a 220 gradi e vi si passano i crostini, sorvegliandoli, fino a quando la superficie sarà dorata.
Si servono subito, accompagnandoli magari con un'insalata fresca.

Il commento della copiona: come antipasto o piatto unico, questi crostini piacciono a tutti, :-)

sabato 6 novembre 2010

Zuppa di castagne e porcini al vino rosso (con una lode a Facebook)

A volte mi domando dove erano state fino ad oggi tutte le meravigliose persone che ho conosciuto grazie a Facebook.
Con la maggior parte, non ci saremmo mai incontrati: la geografia, il lavoro, la famiglia, certi gusti e preferenze ci dividevano in maniera insormontabile.
Alcune erano già nella mia vita, ma in modo molto superficiale o sfuggente e non ci eravamo riconosciute come anime affini. Non ci eravamo coltivate nel modo giusto.
Con alcuni, sentivamo persino di non avere niente in comune, addirittura ci stavamo cordialmente antipatici; la mia amica Stefania mi considerava rompiscatole e la mia amica Barbara mi riteneva "austera": ecco, ora sono entrambe presenze importanti e sollecite che illuminano la mia vita, anche se ci siamo viste de visu una sola volta per poche ore e chissà mai quando risuccederà.
Facebook mette a nudo le persone e lo spirito che le anima: a me, sono esplose improvvisamente amicizie che l'hanno cambiata, in alcuni casi in modo profondo e definitivo.
Ho incontrato fratelli e sorelle che non sapevo di avere.
Ho apprezzato vite e storie che non si sarebbero mai incrociate.
Ho visto guardato con occhi nuovi e diversi - o semplicemente visto e guardato tout court - uomini e donne che in altri mondi e altri momenti avrei ignorato o trascurato.
Ho imparato cose nuove, mi sono arricchita di esperienze e conoscenze, ho ricevuto il coraggio di fare scelte e cambiamenti, di guardarmi negli occhi con gli occhi di qualcun altro.
Le mie due passioni, leggere e cucinare, si sono ingrandite, raffinate, sono diventate più audaci ma anche più placidamente sicure perchè le condivido non più solo con me stessa.
Non è tutto un idillio, però: ho scoperto i lati oscuri di uomini e donne, risvolti beceri, passioni incondivisibili, disvalori proclamati e sbandierati con un orgoglio che mi fa orrore solo al pensiero.
Queste persone sono uscite dalla mia vita: non c'erano mai entrate profondamente, in realtà, perchè non sopporterei di circondarmi di gente che disprezzo, ma sono riuscita a conoscerle meglio e scegliere di non volerle più proprio grazie a Facebook.
Questa zuppa arriva da lì: dal mio amico Sandro Pecchiari col quale mai e poi mai la vita mi avrebbe fatto incrociare il percorso, se non fosse stato per questa possibilità. Di questo sono certa.
E invece, una volta letta la mia passione per la cucina, Sandro mi ha mandato privatamente un sacco di meravigliose ricette, alcune etniche e alcune della sua terra, Trieste e dintorni, invitandomi a provarle.
Non ne avevo avuto il tempo ed oggi rimedio.
Questa zuppa scalda mani e cuore, proprio come ricevere un messaggio inatteso o insperato da un amico di Facebook ♥.

Ho usato:
  • 550 gr di castagne fresche (peso a crudo)
  • 750 gr di funghi surgelati (di cui circa 500 gr porcini, il resto funghi misti)
  • 3 grosse cipolle dorate
  • 3 spicchi d'aglio
  • 2 bicchieri di vino rosso
  • 3 foglie di alloro
  • prezzemolo
  • brodo di carne, circa 750 ml
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe

Incidere la buccia delle castagne e lessarle, mettendole inizialmente in abbondante acqua fredda salata e profumata con una foglia di alloro: ci vorranno due ore, più o meno.
Lasciarle intiepidire nell'acqua poi sbucciare e pelarle il più possibile: è un lavoraccio questo, ma si può fare stando seduti intanto che si beve una tazza di thé e si chiacchiera del più e del meno.
Passarne al setaccio poco più della metà, raccogliendo la polpa in una terrina e, parte, sbriciolare le rimanenti (non polverizzarle, però... si devono sentire, sotto i denti).
Sbucciare le cipolle, affettarle sottili e farle rosolare in una giusta quantità di olio extravergine di oliva, aggiungere l'alloro, l'aglio pelato e schiacciato col palmo della mano e bagnare col vino
Dopo poco, aggiungere le castagne passate al setaccio e, passato qualche minuto le altre castagne e il brodo caldo.
Aggiungere poi i funghi, incoperchiare e portare a cottura, tenendo sul fuoco fino a quando la zuppa raggiungerà la densità voluta.
Aggiustare di sale e pepe e terminare col prezzemolo tritato
Se possibile, preparare in anticipo (anche il giorno prima) e riscaldare prima di portare in tavola, perché questo è uno di quei piatti che migliorano e maturano a star lì.

Il commento della copiona: l'ho un po' modificata, rispetto all'originale, nelle quantità (ho aumentato i funghi), negli ingredienti (ho sostituito la maggiorana col prezzemolo) e ho definito le dosi di vino e e brodo che erano indeterminate nella ricetta originale.
Fantastica!

Plumcake ai corn flakes

Questo è un dolce leggerissimo per la prima colazione, pieno di cose buone come le nocciole e le uvette e profumatissimo all'arancia. I cornflakes dentro l'impasto lo rendono croccante.
La ricetta è una delle prime che stampai dal web nel secolo scorso... è risaltata fuori da un cassetto e sono stata ben contenta di provarla.

Servono:
  • 70 gr di corn flakes
  • 330 gr di farina
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • un pizzico di sale
  • 65 gr di burro
  • 85 gr di zucchero
  • 2 uova
  • 3 arance
  • una manciata di uvette
  • una manciata di nocciole (o noci, mandorle, pinoli...)

Accendere il forno a 180°.
Pestare un po' i corn flakes, in modo da sbriciolarli leggermente, ma senza ridurli in polvere e
escolarli con la farina, il lievito e il sale e tenere da parte.
Grattugiare la scorza di una delle arance e spremerle poi tutte e tre.Montare (meglio se con le fruste elettriche) il burro con lo zucchero e appena sarà diventato bello gonfio e spumoso aggiungere le uova e la scorza dell'arancia grattugiata.
Incorporare, sempre sbattendo con le fruste, il succo di arancia e infine la miscela di farina e corn flakes.
Per ultime, unire l'uvetta e le nocciole.
Versare il tutto in uno stampo da plumcake imburrato e cuocere per 45 minuti in forno.

Il commento della copiona: la ricetta originale prevedeva la margarina, che io detesto forse più di un certo personaggio di cui qui non farò il nome e l'ho sostituita col burro (magari fosse così facile sostituire il personaggio di cui sopra...). Però, se si usasse la margarina, in effetti il dolce potrebbe essere adatto anche a chi non può mangiare il latte e i suoi derivati.