domenica 29 gennaio 2012

Pasta al sangiovese (con breve apologia della radio)

Mi piace moltissimo ascoltare la radio, che mi fa compagnia nei lunghi viaggi in auto e da sottofondo discreto e non invadente quando sono in casa. Preferisco senz'altro la radio di parola, non quelle stazioni caciarone che sparano fuori musica e vociacce sguaiate di conduttori spesso così ignoranti da non saper neanche leggere correttamente quello che altri scrive per loro.
Vero è che di per sé la radio non ha bisogno di difese d'ufficio né di perorazioni speciali, essendo per me un mezzo nettamente superiore alla televisione, ma insomma volevo spendere due paroline a favore. Fine del fervorino.
Questa ricetta l'ho sentita proprio per radio: un ascoltatore ha chiamato la trasmissione Essere & Benessere di Radio24 e l'ha data come ricetta preferita delle sue figlie per la vigilia di Natale. L'originale prevedeva il Barolo e le farfalle ed era molto più scarna (la salvia e il burro alla fine sono una mia aggiunta). Però l'idea mi ha colpito moltissimo per l'originalità e per i pochi ingredienti necessari (la mia passione, le ricette così!).
L'ho quindi fatta a modo mio, usando un vino locale ed è stata spazzolato in un attimo. 

Ho usato:
  • 500 gr di penne lisce (o altra pasta corta, ma preferibilmente liscia)
  • 1 litro di Sangiovese
  • 1,300 gr di cipolle rosse
  • un bel ciuffo di salvia fresca
  • burro
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe

Sbucciare le cipolle e tagliarle a fette. Mettere al fuoco un tegame di adeguate dimensioni con olio extravergine di oliva, aggiungere le cipolle e un po' d'acqua e soffriggerle mescolando spesso, fino a quando cominciano a dorare.
Aggiungere tutto il vino, abbondante salvia, salare e pepare. Incoperchiare e far cuocere lentamente, più o meno un paio d'ore, fino a quando le cipolle saranno ben cotte e quasi sfatte e il vino consumato. L'unica avvertenza è di non farlo asciugare troppo, perchè deve rimanere bello umido.
Nel frattempo cuocere la penne al dente, scolarle, condirle con un po' di burro morbido e con il sugo di cipolle e sangiovese.
La scelta di lasciare le foglie di salvia o eliminarle è del tutto personale, come lo è quella di aggiungere parmigiano grattugiato.

Il commento della copiona: ecco, mi viene in mente che questa è una perfetta ricetta per la slowcooker. Veramente buonissima!


giovedì 26 gennaio 2012

Cioccolatini bianchi e neri (che non temono eguali...)

Questi cioccolatini furono postati nel vecchio forum del Bimby, tanti anni fa, e diedero origine ad uno scambio di battute esilarante perchè di essi fu detto che "non temono eguali" e qualcuno non sapeva cosa questo significasse.
Ci fu un'affannata sequenza di domande e risposte e, a distanza di tempo, sospetto che qualcuno sia rimasto col dubbio di non aver capito.
Eguali o no, vale la pena di provarli perchè sono buonissimi. Io li fatti per l'ultimo dell'anno, perchè sono parecchio festaioli, ma riesco a pubblicarli solo ora.
La ricetta è per il bimby, ma si possono tranquillamente fare anche senza, magari aiutandosi con un termometro da pasticceria.

Per i cioccolatini bianchi servono:
  • 100 gr di panna liquida
  • 250 gr di cioccolato bianco di ottima qualità
  • 30 gr di burro
  • 2 gocce di essenza di vaniglia
  • nocciole tostate q.b.
  • farina di cocco q.b.






Per i cioccolatini scuri servono:
  • 100 gr di panna liquida
  • 250 gr di cioccolato fondente
  • 30 gr di burro
  • marmellata di arance con scorzette grosse, circa 1/2 barattolo
  • 2 gocce di essenza di vaniglia
  • mandorle q.b.
  • amaretti tritati q.b.

Si comincia con i cioccolatini bianchi.
Mettere nel boccale il burro e la panna: 4 min 80° vel. 4. Togliere e tenere da parte.
Mettere nel boccale il cioccolato tagliato a pezzi: 4 min. 50° vel. 4, poi aggiungere il preparato di panna e burro e mescolare 30 sec. vel. 4.
Rovesciare il composto in una ciotola e lasciarla raffreddare, poi metterla in frigo almeno due ore, o meglio ancora tutta una notte.
Al momento di confezione i cioccolatini, prelevare un cucchiaino di composto, mettere al centro una nocciola e lavorarla velocemente tra le mani fino ad ottenere una sfera che verrà poi rotolata nella farina di cocco.
Mettere ogni cioccolatino in un pirottino e tenere in frigo fino al momento di servire.

Per i cioccolatini scuri si procede nello stesso modo e, se vengono fatti successivamente agli altri, non è neanche necessario lavare il boccale prima.
Una volta che il composto è stato messo nella ciotola, farlo raffreddare un pochino, poi mescolarvi la marmellata di arance e mettere in frigo per la notte.
Per confezionarli, procedere come per i cioccolatini bianchi, mettendo la mandorla all'interno e rotolarli nelle briciole di amaretto.

Il commento della copiona: quelli bianchi sono molto simili ai raffaello e quelli scuri vorrebbero assomigliare ai rocher, ma ovviamente sono diversi. Una meraviglia entrambi!

domenica 22 gennaio 2012

Zuppa di scarola e cannellini (diventerò zuppologa...)

Insomma, a me le zuppe e le minestre piacciono un sacco e non mi dispiacerebbe diventare zuppologa, se solo ci fosse un corso di laurea apposito.
Questa è riscaldante e confortante e anche molto leggera. Inoltre, si fa prestissimo a farla.
E' una ricetta tradizionale, di cui esistono innumerevoli versioni: io l'ho fatta così, mischiando ricette varie. Di mio, c'è l'aggiunta della crosta di parmigiano, che ci sta benissimo.

Ho usato:

  • 1 grosso cespo di scarola
  • 2 spicchi d'aglio
  • olio extravergine di oliva
  • circa 2 litri di brodo di vegetale (o anche di carne, purché sia buono)
  • 300 gr di fagioli cannellini già lessati
  • 1 crosta di parmigiano, se ce l'avete
  • parmigiano grattugiato
  • sale e pepe


Lavare la scarola, eliminare il torsolo e tagliarla a striscioline.
Dorare l'aglio intero in poco olio, poi aggiungere la scarola e farla appassire e insaporire, mescolando.
Aggiungere il brodo (va bene anche freddo), i fagioli e la crosta di parmigiano.
Aggiustare di sale e pepe.
Incoperchiare e portare a bollore, poi togliere da fuoco, far riposare qualche minuto e servire , con olio, parmigiano e pepe a parte.

Il commento della copiona: è buonissima, questa zuppa che, volendo, può essere arricchita con fettine di pane abbrustolito.






Cavolfiore al gratin (cucino molto ma scrivo poco...)

Insomma, molto molto no... però cucino, soprattutto alla domenica.
Però poi non ho mai tempo (leggi anche: voglia) di aggiornare il blog. Solo che adesso ho una catasta di ricette fatte e fotografate e devo provare a mettermi in pari, per evitare di arrivare a luglio postando piattini invernali e del tutto fuori stagione.
Questo l'ho fatto durante le vacanze di Natale e se da una parte è un po' lungo da cuocere, dall'altra è interessante perché non necessita di prelessatura e il cavolfiore rimane bello sodo, senza squacciarsi tutto (squacciarsi credo renda il senso di quello che intendo :-D ).
La foto è un po' scura, perchè presa con l'iPhone di Tommi e da lui artisticamente rielaborata ;-)

Servono:
  • 1 cavolfiore fresco e sodo
  • 70 gr di burro
  • 50 gr di farina
  • mezzo litro di latte
  • 100 gr di vino bianco
  • sale
  • pepe nero
  • 100 gr di emmenthal grattugiato

Lavare il cavolfiore, asciugare e dividerlo in cimette, eliminando il torsolo centrale.
Ungere una pirofila di dimensioni adeguate e disporvi dentro le cimette.
Preparare una normale besciamella (non serve la ricetta, vero?) con il burro, la farina, il latte e il vino bianco. Aggiustare di sale e pepe e incorporare l'emmenthal, mescolando bene.
Versare la besciamella sul cavolfiore.
Coprire la pirofila con carta stagnola e infornare per circa un'ora e un quarto a 200° ventilato e comunque verificare la cottura con una forchetta.

Il commento della copiona: buono, buonissimo!

giovedì 12 gennaio 2012

Plumcake arancia e cioccolato (uno dei soliti post virtuosi da sgombero dispensa)

Come ogni anno - di solito capita un paio di volte, dopo le ferie estive e le vacanze di Natale - sono stata còlta dal raptus svuotadispensa e ho fatto un dolce da colazione, usando questo come base e modificando gli ingredienti per usare quello che avevo in casa.

Ho usato:
  • 130 gr di burro morbido
  • 50 gr di olio di semi di mais
  • 70 gr di zucchero di canna
  • 80 gr di zucchero semolato
  • 1/2 bicchiere di latte
  • 5 uova
  • 300 gr di farina autolievitante
  • la scorza di un'arancia
  • 130 gr di cioccolata mista fondente e bianca
  • burro per lo stampo

Io l'ho fatto nel bimby, ma si può ovviamente fare a mano oppure nel robot o in una qualunque impastatrice.
Ho tritato la cioccolata con pochi colpi di turbo (devono rimanere dei pezzetti) e l'ho messa da parte.
Ho frullato lo zucchero con la scorza dell'arancia, ho aggiunto le uova e lavorato un po'.
Poi ho unito il burro, l'olio, il latte, la farina. Ho lavorato il tutto fino ad avere un impasto omogeneo, al quale ho incorporato la cioccolata.
Ho versato nello stampo da plumcake, precedentemente unto di burro, e ho infornato a 170° ventilato per 45 minuti.

Il commento della copiona: buonissimo! La combinazione arancia e cioccolato è fantastica.

domenica 8 gennaio 2012

Ancora una crostata ricciolina (profumata di mandarino e ripiena di speculoos)

L'unico dolce che faccio e rifaccio è la crostata ricciolina, perchè ho sempre in casa gli ingredienti necessari e perchè ogni volta è un successo.
Oggi ho fatto questa versione profumata di mandarino e farcita, invece che con marmellata, con una crema di speculoos che viene da qualche viaggio all'estero ed è semplicemente una libidine.
La combinazione di farina 00 e di grano duro è eccezionale, forse la migliore di tutti quelle che ho provato, perchè la frolla viene eccezionalmente croccante e fragrante.
Nel caso la crema di speculoos non sia disponibile (in Italia non l'ho mai vista), si può sostituire con una confettura di agrumi, tanto meglio se di mandarini.

Ho usato:
  • 50 gr di mandorle 
  • 50 gr di nocciole
  • 100 gr di farina 00
  • 100 gr di semola rimacinata di grano duro o farina di grano duro
  • 130 gr di burro morbido a pezzetti
  • 1 uovo intero
  • 1 tuorlo
  • 80 gr di zucchero
  • 1 mandarino (serve solo la scorza)
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino colmo di lievito per dolci
  • essenza di vaniglia
  • crema di speculoos

Accendere il forno a 180° ventilato.
Frullare la scorza del mandarino con le mandorle, le nocciole e lo zucchero e tritare a farina.
Aggiungere tutti gli altri ingredienti, tranne la crema di speculoos e impastare velocemente a mano o nel robot, in modo da ottenere una frolla che sarà morbidissima.
Imburrare una teglia da 20 cm., stendere 2/3 dell'impasto sul fondo, poi ricoprire con la crema di speculoos.
Mettere il rimanente terzo dell'impasto in uno schiacciapatate e ricavarne dei piccoli vermicelli che verranno fatti cadere in modo uniforme sul ripieno.
Abbassare il forno a 170° e infornare per 45 minuti.
Far raffreddare e servire.

Il commento della copiona: profumatissima, natalizia, direi!


Orvieto, mammeta e il professore (primo post del 2012 e neanche una ricetta)

Già da qualche anno, la cuoca che copia trascorre il primo gennaio in viaggio per Saturnia, dove giunge di solito nel primo pomeriggio e si bagna nelle pozze naturali formate dal gorello. Perchè lo fa? Non si sa, ma il punto non è questo.
Alla giornata di abluzioni, seguono un paio di giorni di vagabondaggio nelle aree circostanti, facendo in modo di cambiare ogni anno i luoghi visitati. Lo scopo è rilassarsi, vedere cose belle, mangiare cose buone.
Quest'anno, abbiamo (la cuoca non viaggia da sola, ma in allegra compagnia) visitato Pitigliano (già visto lo scorso anno, ma ci mancava la sinagoga che da sola vale il viaggio), Spello e Assisi (già note, anzi notissime, ma sempre piacevoli).
E poi siamo andati a Orvieto. Diluviava, il Duomo era chiuso (ovvio, se si arriva alle 17.30...), qualcuno cominciava a starnutire e ad accusare stanchezza, il ristorante che avevamo adocchiato per la cena era chiuso.
Così, tanto per alzare il tono dell'umore ci siamo fermati in un bel bar e la cuoca si è fatta un margarita aperitivo, dando così l'addio ufficiale al suo stato di astemia selettiva ed entrando di diritto in quello di sbevazzona. Esistono foto che testimoniano il cambio di regime, ma rimarranno secretate.
Poi, alla ricerca di un luogo per mangiare, abbiamo seguito un cartello e ci siamo trovati in una piazzetta con un piccolo locale, apparentemente deserto.
Eravamo morti di fatica e siamo entrati, nonostante non facesse parte dell'elenco di locali consigliati che ci eravamo diligentemente stampati.
A farla breve: è stata un'esperienza ESALTANTE!
Abbiamo mangiato benissimo (e mi rammarico di non aver fotografato i piatti....): la copiona ha scelto una zuppa di ceci e un baccalà che era semplicemente perfetto. La mia amica Tania ha mangiato un polletto al tegame con un profumo da cascare stesi (e ha detto che era eccellente). Altri hanno scelto i tagliolini con la zucca che prima o poi provo a rifare.
La parte migliore, però, è stata conoscere Carlo, lo chef che ha passato quasi tutta la serata nella saletta insieme a noi, facendoci letteralmente ribaltare dalle risate con i suoi racconti di vita vissuta.
C'era anche un misterioso Professore, sua degna spalla, che in fine di serata si è disvelato e col quale abbiamo socializzato.
Il clou è stata la dimostrazione dell'aspersione erotica del sale, di cui la foto rende una solo vaga idea.
Insomma... una serata indimenticabile.
L'allegra compagnia... manca solo la mammeta!
La foto, un po' sfocata, rende l'idea del tasso alcolico (non di chi l'ha scattata, ma dei soggetti fotografati) e dell'atmosfera. (grazie a Tania per aver prestato la macchina fotografica e alla gentile signorina che ci ha fotografato)
Se andate a Orvieto, questo è il posto assolutamente da non mancare per mangiare.


TRATTORIA DA CARLO - Vicolo del Popolo 9 - Orvieto

E qui c'è il link alla pagina di Tripadvisor che la recensisce.

Il commento della copiona: che c'entra mammeta? C'entra, c'entra... chi c'era lo può testimoniare ;-)